Mario Fortunato sulla Stampa del 13/1/2002 a pagina 23., 13 gennaio 2002
A Londra i giganteschi magazzini Harrod’s, ormai disdegnati dai londinesi che li giudicano kitsch per la merce finto-inglese ma anche per l’arredamento a metà tra il set di un b-movie anni Cinquanta e una scenografia disneyana, sono frequentati solo dai turisti, specie italiani
A Londra i giganteschi magazzini Harrod’s, ormai disdegnati dai londinesi che li giudicano kitsch per la merce finto-inglese ma anche per l’arredamento a metà tra il set di un b-movie anni Cinquanta e una scenografia disneyana, sono frequentati solo dai turisti, specie italiani. Molto amato dalle signore bene londinesi, invece, il vicino Harvey Nichols, palazzo decò meno imponente e più elitario dove si trovano i capi degli stilisti emergenti e un piano tutto dedicato ai buongustai con cocktail bar, ristorante, caffetteria, sushi bar, delicatessen. Ma il vero chic ormai è ad Oxford Street, nel pieno della città commerciale. Al centro della via troneggia un palazzone dei primi del Novecento, Selfridge’s, inaugurato il 15 marzo del 1909 dall’americano Harry Gordon Selfridge e definito, fino a qualche tempo fa, "l’Harrod’s dei poveri". Adesso ha interni in puro design, abiti classici e all’avanguardia, ristoranti, un mercato che offre prelibatezze a prezzi da gioielleria (ad esempio l’ottima mozzarella di bufala), vetrine ridisegnate da Damien Hirst, artista inglese tra i più quotati. Il merito del rilancio va soprattutto a Vittorio Radice, 44 anni, lombardo, direttore generale da pochi anni, che avuto anche l’idea di offrire ai clienti un massaggiatore ayurvedico.