Eva Cantarella, La Macchina del Tempo, n. 12 dicembre 2001 pagg. 24-30, 12 dicembre 2001
Ma torniamo all’aspetto fisico e urbanistico dell’isola: per abbellire il proprio palazzo, ciascuno dei sovrani aveva costruito opere bellissime
Ma torniamo all’aspetto fisico e urbanistico dell’isola: per abbellire il proprio palazzo, ciascuno dei sovrani aveva costruito opere bellissime. Un canale largo tre pletri (88 metri), profondo cento piedi (29 metri) e lungo cinquanta stadi (nove chilometri) partiva dal mare e giungeva fino alla zona circolare più esterna, a forma di ruota, consentendo l’accesso alle navi come un porto. Strade e ponti collegavano la cittadella con i cerchi di terra circostanti e con il resto dell’isola. L’intera metropoli era circondata da mura. Quanto alle risorse di cui l’isola era ricca, alla flora e alla fauna, basterà citare le molte miniere di metalli preziosi, le foreste da cui veniva ricavato il legname, la terra che produceva tutti i prodotti necessari a nutrire gli animali, sia addomesticati sia selvaggi. Tra cui -’ specifica Platone – un grande numero di elefanti, enormi e voracissimi: ma neppure a questi mancava mai il cibo, tanta era la ricchezza della natura dell’isola felice (Crizia, 113b-116c).