Eva Cantarella, La Macchina del Tempo, n. 12 dicembre 2001 pagg. 24-30, 12 dicembre 2001
Sin qui la descrizione platonica. Che, come è intuibile, pone un problema che continua a essere dibattuto dopo quasi duemilacinquecento anni
Sin qui la descrizione platonica. Che, come è intuibile, pone un problema che continua a essere dibattuto dopo quasi duemilacinquecento anni. Atlantide è un mito o riflette una realtà storica? Sin dall’antichità, le risposte furono diverse. Nel IV secolo a.C. Crantore, il primo editore del Timeo, giurava sull’autenticità del racconto ma, come risulta da Strabone, il suo contemporaneo Aristotele era di parere opposto: secondo il filosofo non era un caso se Platone aveva fatto inabissare Atlantide nelle profondità del mare. Così facendo aveva voluto evitare che qualcuno gli chiedesse dove si trovava. Come dicevamo, il dibattito non si è ancora sopito. E ha fatto versare fiumi di inchiostro. Già mezzo secolo fa si calcolava che al continente perduto fossero stati dedicati più di duemila libri. Alcuni dei quali, peraltro, si limitavano a usare Atlantide come scenario di una situazione immaginaria: valga, per tutti, un esempio celebre, quello di Francis Bacon (Bacone) che, nel 1627 fantasticava di un’Atlantide in Brasile.