Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  dicembre 12 Mercoledì calendario

Nel 1870 – fra la più o meno benevola condiscendenza del mondo accademico – Schliemann si mise alla ricerca della città di Priamo nella località di Hissarlik, nel Nord dell’Anatolia

Nel 1870 – fra la più o meno benevola condiscendenza del mondo accademico – Schliemann si mise alla ricerca della città di Priamo nella località di Hissarlik, nel Nord dell’Anatolia. E tra lo stupore generale la trovò. O meglio trovò le rovine di una città, ma più antica di quella omerica: le successive ricerche, infatti, portarono alla luce ben nove insediamenti, rivelando che, in effetti, nei luoghi individuati da Schliemann era esistita, era stata distrutta e ricostruita più volte una grande città. Sostanzialmente Schliemann aveva avuto ragione: la città di Troia era esistita. Questo il punto di partenza, il presupposto che nel 1992 consentì a un geo-archeologo svizzero, Eberhard Zanggert, di avanzare l’ipotesi che Troia fosse Atlantide. Ma sulla base di quali ragionamenti? Fondamentalmente della considerazione che Atlantide era ricca di acque e di canali e nella zona su cui l’Istituto di Hannover decise di concentrare le ricerche il popolo degli Urartei, che allora abitava la regione, aveva compiuto opere di alta ingegneria, simili a quelle degli Egizi. Analogie, dunque: tra le quali il fatto che, come racconta Omero, Troia possedeva una ricchissima flotta, di ben millecentottantasei navi. E Atlantide, secondo Platone, ne possedeva milleduecento. E ancora: sia nell’area dove sorgeva Troia sia ad Atlantide soffiava un forte vento da nord. Infine: come ad Atlantide, a Troia c’erano due sorgenti, la cui acqua era raccolta da due pozzi, «uno ardente come fuoco», dice Omero, «l’altro freddo come grandine». Fermiamoci qui. Quanto sia ampio lo spettro delle ipotesi è stato mostrato. Quale di esse appare più credibile? Per chi credesse che il continente perduto non è un semplice mito, l’ipotesi minoica sembra vantare maggiori elementi di concretezza. Quantomeno sino a oggi. Perché una sola cosa è certa, in tutto questo: su Atlantide verranno fatte altre ipotesi. Accettare che un bel sogno sia solo tale è sempre molto difficile.