Eva Cantarella, La Macchina del Tempo, n. 12 dicembre 2001 pagg. 24-30, 12 dicembre 2001
In uno dei suoi dialoghi, il Crizia, Platone ha descritto in modo accurato Atlantide. Secondo lui, il continente era posto al di là delle colonne d’Ercole (cioè dopo lo stretto di Gibilterra), nell’Oceano Atlantico, come si vede nel disegno qui in alto che ricalca una mappa cinquecentesca (Atlantide ha sempre istigato i cartografi)
In uno dei suoi dialoghi, il Crizia, Platone ha descritto in modo accurato Atlantide. Secondo lui, il continente era posto al di là delle colonne d’Ercole (cioè dopo lo stretto di Gibilterra), nell’Oceano Atlantico, come si vede nel disegno qui in alto che ricalca una mappa cinquecentesca (Atlantide ha sempre istigato i cartografi). Era grande come Libia e Asia messe insieme e affondò per un’eruzione vulcanica circa 11000 anni fa. Gli abitanti erano molto ricchi. Al centro dell’isola Poseidone, il dio del mare, aveva fondato la città. Era bellissima e inespugnabile: per arrivare al centro bisognava attraversare tre larghi canali d’acqua, perfettamente concentrici (vedi il disegno in alto nell’altra pagina e la piantina qui a fianco). Un canale partiva dal mare e giungeva fino alla zona circolare più esterna: consentiva così l’accesso alle navi, trasformando Atlantide in una città-porto. Strade e ponti ne collegavano il nucleo centrale con i cerchi di terra circostanti e con il resto dell’isola. Nella città erano stati costruiti i palazzi reali e un tempio: al suo interno c’era la statua del dio e un pilastro di bronzo su cui erano incise le leggi.