Eva Cantarella, La Macchina del Tempo, n. 12 dicembre 2001 pagg. 24-30, 12 dicembre 2001
A parte il film di Disney in uscita, il successo cinematografico di Atlantide è immenso: mare, cataclismi e civiltà perdute sono elementi perfetti per il grande schermo
A parte il film di Disney in uscita, il successo cinematografico di Atlantide è immenso: mare, cataclismi e civiltà perdute sono elementi perfetti per il grande schermo. Elementi presenti anche in questo disneyano Atlantis, l’impero perduto. Il cartone animato della Walt Disney racconta la storia del giovane Milo Thatch che, novello Indiana Jones, si batterà eroicamente contro un’aragosta e salverà la bella principessa Kida da un orrendo destino. Ancora una storia d’amore in Atlantide, il continente perduto di George Pal (Usa, 1961). La tormentata storia d’amore tra un pescatore dell’antica Grecia e la principessa d’Atlantide si muove in uno scenario di guerra e complotti, all’ombra di un minaccioso vulcano. Atlantide in questa versione è un mondo ambiguo, dove si intrecciano pericolosamente modernità e arcaismo in un’enigmatica metafora dello scontro tra civiltà. La diffidenza verso quest’antico mondo perduto è ancora più esplicita in I signori della guerra di Atlantide di Kevin Connor (Usa, 1978). Gli atlantidi incarnano il peggio dell’immaginario del diverso: non solo sono di origine aliena, ma addirittura vorrebbero dominare il mondo con un’organizzazione di stampo nazista. Tutt’altro scenario in L’Atlantide di Bob Swaim (Fr/It, 1992), ultima versione cinematografica (la prima è un film muto del 1921) dell’affascinante romanzo di Pierre Benoît. Il deserto si sostituisce all’oceano: è un altrove magico che garantisce però lo stesso straniante isolamento. Benoît segue la teoria dell’archeologo francese Félix Berlioux e immagina un regno nascosto tra i monti africani dell’Atlante. Affascinato dall’antropologia e da leggende berbere di antiche civiltà matriarcali, crea un mondo alla rovescia in cui gli uomini portano il velo e obbediscono a una vorace regina, Antinea, che, come Circe, ammalia le belve e soggioga i suoi amanti, pronti al suicidio se abbandonati. la storia di due legionari francesi che, sperduti nel deserto, trovano questa città leggendaria e si contendono l’amore letale della crudele sovrana.