Marina Bassani - Daria Egidi, La Macchina del Tempo, n. 12 dicembre 2001 pagg. 32-36, 12 dicembre 2001
Nel 1996, durante uno dei frequenti controlli dei fondali della laguna, un’équipe di archeologi, guidati dall’esperto Marco D’Agostino, trovò sull’isolotto sommerso, accanto alle fondamenta del monastero, la rascona, che in quell’occasione non fu recuperata
Nel 1996, durante uno dei frequenti controlli dei fondali della laguna, un’équipe di archeologi, guidati dall’esperto Marco D’Agostino, trovò sull’isolotto sommerso, accanto alle fondamenta del monastero, la rascona, che in quell’occasione non fu recuperata. L’anno successivo, nel corso di un sopralluogo per verificare lo stato di conservazione del relitto, la stessa équipe riuscì a distinguere la sagoma di una seconda imbarcazione, la galea. D’Agostino: «Siamo partiti per compiere un lavoro archeologico con un preciso quadro in testa. Andiamo sul monastero dentro la laguna, troviamo le mura del monastero, i morti della peste del 1348 e controlliamo lo stato di conservazione del burchio. Non potevamo certo aspettarci di trovare una galea su quella che un tempo fu la spiaggia di un’isola».