Marina Bassani - Daria Egidi, La Macchina del Tempo, n. 12 dicembre 2001 pagg. 32-36, 12 dicembre 2001
Per il recupero bisognerà aspettare almeno il nuovo anno, quando sarà stato messo a punto un laboratorio di restauro in cui gli archeologi potranno prendersi cura delle imbarcazioni
Per il recupero bisognerà aspettare almeno il nuovo anno, quando sarà stato messo a punto un laboratorio di restauro in cui gli archeologi potranno prendersi cura delle imbarcazioni. Intanto, i primi rilievi sulla galea hanno svelato già qualcosa di sorprendente: su un’asse di legno prelevata dal rivestimento interno dell’imbarcazione, qualcuno, forse un membro dell’equipaggio o un falegname del cantiere, incise un disegno. Il graffito mostra una galea tecnicamente più avanzata rispetto a quella del ritrovamento: sono ben visibili tre rematori su ogni banco di voga (mentre l’imbarcazione di San Marco in Boccalama ne aveva solo due) e il timone assiale, che arrivò in area mediterranea solo molto tempo dopo. Altri esami condotti su una trave della galea hanno permesso di datare il relitto: dall’esame C14 (che permette di datare tutti i materiali organici) e dagli anelli di accrescimento presenti sul legno, gli studiosi sono riusciti addirittura a scoprire che l’albero da cui proveniva la tavola venne abbattuto nel 1312, perciò l’imbarcazione dovrebbe essere di poco successiva. Anche se non è ancora stato deciso come si procederà per il recupero, sembra certo che le navi dovranno essere smontate pezzo per pezzo e portate in laboratorio, dove resteranno parecchi anni prima di poter essere mostrate al pubblico: occorreranno, infatti, almeno dieci mesi per completare il procedimento di desalinizzazione e altri tre anni per il trattamento con un impregnante (probabilmente sarà utilizzato il polietilenglicole).