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 2001  dicembre 12 Mercoledì calendario

A bordo di una galea potevano trovarsi anche 250 uomini e a causa dell’eccessivo numero di persone concentrate in poco spazio spesso attorno al vascello si diffondeva un odore disgustoso, che obbligava la nave ad attraccare lontano dalle altre

A bordo di una galea potevano trovarsi anche 250 uomini e a causa dell’eccessivo numero di persone concentrate in poco spazio spesso attorno al vascello si diffondeva un odore disgustoso, che obbligava la nave ad attraccare lontano dalle altre. Si sa che inizialmente i vogatori erano uomini liberi ma senza disponibilità economiche, che cercavano di arrotondare la misera paga portandosi appresso piccole mercanzie da vendere nei porti. Ciascun membro dell’equipaggio aveva un ruolo preciso: lo scrivano di bordo annotava l’elenco degli uomini imbarcati, segnalando nome, cognome e compito. L’ufficiale addetto allo stivaggio si occupava di disporre le merci: anche un piccolo errore, infatti, avrebbe potuto compromettere la stabilità della galea. Tutte le riparazioni erano assicurate da un gruppetto di falegnami, carpentieri e operai specializzati nella chiusura delle fessure e nell’impermeabilizzazione dello scafo. Circa cinque balestrieri dovevano salvaguardare la nave dagli attacchi esterni. Il cappellano di bordo spesso faceva anche il paciere fra marinai e ufficiali, quando sorgevano dispute sulla scarsità di cibo: sulle galee, infatti, c’era poco pane e spesso di pessima qualità. Quello che c’era, era stivato nelle piccole camere sottocoperta e finiva per bagnarsi con l’acqua di mare, diventando immangiabile. A bordo c’era naturalmente un capitano, scelto dal Consiglio veneziano fra i membri del patriziato, e gli ufficiali di governo. Fu a partire dal Cinquecento che sui banchi di voga furono messi esclusivamente i carcerati, i quali per questo motivo presero il nome di galeotti.