Mirella Delfini, La Macchina del Tempo n. 12 dicembre 2001 pag. 63, 12 dicembre 2001
I cagnolini-robot e altri animali domestici fatti di plastica e circuiti elettronici, capaci di obbedire ciecamente ai padroni - cosa che quelli viventi non fanno, specialmente i gatti -, sono diventati oramai giocattoli comuni per i ragazzi di questa parte del mondo in cui non tutti hanno gravi problemi economici
I cagnolini-robot e altri animali domestici fatti di plastica e circuiti elettronici, capaci di obbedire ciecamente ai padroni - cosa che quelli viventi non fanno, specialmente i gatti -, sono diventati oramai giocattoli comuni per i ragazzi di questa parte del mondo in cui non tutti hanno gravi problemi economici. Dicendo ”questa parte del mondo” dobbiamo includere anche il Giappone, benché sia un po’ lontano. Dopotutto neanche ci sono gravi problemi di denaro e i regaletti ai ragazzi i genitori giapponesi li fanno di sicuro. Tra un po’ di tempo cani, gatti, criceti e scimmiette domestiche passeranno perfino di moda, e nessuno se ne curerà più perché tutto sommato sono giocattoli un po’ banali: non danno sorprese né emozioni, e senza emozioni alla fine è monotono vivere. Gavin Miller, un californiano, ha trovato il modo, però, di fabbricare nel garage di casa un robot veramente spettacolare, di quelli che affascinano perché suscitano spavento: è un serpente che si muove come i rettili veri e ne ha anche l’aspetto, le scaglie, il colore, la lingua bifida. Gli altri tentativi, prima del roboserpente, erano stati una specie di fallimento. I robot si muovevano, è vero, ma riuscivano a imitare solo il modo di avanzare di certi bruchi detti geometridi, che a ogni ”passo” inarcano la schiena, puntano sulla metà posteriore, e poi spingono avanti la parte anteriore del corpo. I serpenti fanno più o meno la stessa cosa, però si muovono lateralmente, disegnando una ’S’ piatta, in genere sulla sabbia.