Silvia Ronchey su La Stampa (ttL) del 12/01/02 a pagina 11., 12 gennaio 2002
«Secondo Fitzgerald la differenza fra il professionista della scrittura e il dilettante è terribilmente difficile da afferrare - è sentire un profumo e fiutare il futuro in qualche parola
«Secondo Fitzgerald la differenza fra il professionista della scrittura e il dilettante è terribilmente difficile da afferrare - è sentire un profumo e fiutare il futuro in qualche parola. Secondo Fitzgerald scrivere è un trucco della mente e del cuore, fatto di tante emozioni distinte quante sono le mosse di un gioco di prestigio. Secondo Fitzgerald la prova di un’intelligenza di prim’ordine è la capacità di coltivare nella mente due idee opposte e ciononostante continuare a farla funzionare. E gli scrittori, se valgono qualcosa, sono un intero mucchio di individui che si sforzano disperatamente di essere una individualità sola. Fitzgerald era affetto da una malattia che chiamava la febbre delle frasi. Ma i giorni peggiori, diceva, non sono quelli in cui si crede di non riuscire a scrivere - sono quelli in cui ci si chiede se scrivere vale la pena. Secondo Fitzgerald scrivere bene è sempre nuotare sott’acqua e trattenere il fiato» (Silvia Ronchey).