Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  dicembre 12 Mercoledì calendario

Il lago Alleghe, nel Bellunese, sta morendo soffocato dai detriti trasportati dal fiume Cordevole. Ormai non c’è quasi più nulla da fare

Il lago Alleghe, nel Bellunese, sta morendo soffocato dai detriti trasportati dal fiume Cordevole. Ormai non c’è quasi più nulla da fare. Tra cento anni, forse meno, non esisterà più. E pensare che duecento anni fa era profondo cento metri e lungo quattro chilometri. La sua nascita risale all’11 gennaio del 1771 quando una frana si staccò dal Monte Piz, nel gruppo dolomitico del Monte Civetta, e andò a ostruire il normale corso del fiume Cordevole, affluente del Piave. L’abate Antonio Stoppani, illustre scienziato lombardo, così descrisse l’avvenimento: ”Era una notte di gennaio. A un tratto un rombo crescente simile a un tuono prolungato, rimbombò nella valle. Gli abitanti di Alleghe e Caprile saltarono fuori dai loro tuguri, in preda al terrore più nero. Una valanga di rupi, buttandosi giù dal Monte Piz, si era gittata quasi diga colossale sorta per incanto, arrestando il cammino del Cordevole e obbligando le sue acque a gonfiarsi e a inghiottire ogni cosa”. Oggi il lago Alleghe è ridotto a poco più di una pozzanghera lunga un chilometro e profonda diciassette metri.