Giulio Signori su D di Repubblica dell’08/01/02 a pagina 24., 8 gennaio 2002
L’unico ostacolo che Cassius dovette superare per arrivare alle Olimpiadi fu la paura dell’aereo
L’unico ostacolo che Cassius dovette superare per arrivare alle Olimpiadi fu la paura dell’aereo. Si era fatto strada fino ai vertici dei dilettanti sempre viaggiando in treno o sulla station wagon del suo amico Martin e voleva fare lo stesso ora che si trattava del campionato mondiale dei pesi massimi. Martin fu costretto a parlargli per quattro ore su una panchina del Central Park di Louisville per convincerlo che non poteva prendere un treno per Roma. Si aggrappasse pure ai braccioli, prendesse una pillola, strepitasse quanto voleva, ma doveva volare. «Alla fine accettò di prendere l’aereo, ma poi andò in un negozio di residuati bellici, comprò un paracadute e lo indossò sul serio, in aereo. Fu un volo alquanto burrascoso, e lui se ne stava lì nel corridoio a pregare, col suo paracadute addosso» (Joe Martin Junior).