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 2001  dicembre 12 Mercoledì calendario

Le crociate hanno portato la lebbra in Europa? Secondo Voltaire sì, ma gli storici della scienza non sono d’accordo

Le crociate hanno portato la lebbra in Europa? Secondo Voltaire sì, ma gli storici della scienza non sono d’accordo. La diffusione del morbo nel vecchio continente viene datata infatti intorno al I e II secolo dopo Cristo, nelle zone della Germania, della Gallia e della Spagna, portata dai legionari romani. Tutt’al più le crociate contribuirono all’espansione dell’infezione in Occidente. Ancora più controversa è l’origine di questa malattia, pericolosa ma non particolarmente infettiva. Non si riesce a stabilire se sia originaria dell’Africa o dell’Asia. Una tesi abbastanza accreditata ritiene che il Mycobacterium leprae, l’agente patogeno del morbo, sia apparso nella regione indiana come mutante di un altro micobatterio non meglio identificato. A suffragio di questa teoria ci sarebbe il più antico riferimento certo alla lebbra, che si trova nei libri indiani di Veda, libri datati attorno al 600 a.C. Nell’incertezza della ricostruzione storica però un punto di riferimento è il 1873, quando in Norvegia Giorgio Hansen scopre il microrganismo che provoca il morbo. La parola lebbra invece ha origini più certe: viene dal greco lepsi (squama), e si riferisce alle terribili lesioni cutanee provocate dalla malattia. Gli organi principalmente colpiti sono la cute ed il sistema nervoso periferico. La lebbra danneggia anche gli occhi, le vie respiratorie e altre zone del corpo, sfigura, infetta, deturpa, ma molto spesso lascia vivere, e questa è, socialmente, la cosa peggiore. I malati, oggi, sono 15-20 milioni, quasi tutti concentrati nel Terzo mondo. La malattia è finalmente curabile.