La Macchina del Tempo, n. 12 dicembre 2001 pagg. 91-92, 12 dicembre 2001
Secondo Raymond Lamont-Brown, autore di Japan’s Suicide Samurai, ”strategie kamikaze” si sono succedute a partire dal 1931
Secondo Raymond Lamont-Brown, autore di Japan’s Suicide Samurai, ”strategie kamikaze” si sono succedute a partire dal 1931. Già nel settembre di quell’anno, truppe giapponesi erano sospettate di aver compiuto missioni suicide contro l’esercito cinese in Manciuria e poi forse anche nell’assalto a Pearl Harbor. Per certo viene dato l’utilizzo di mini-sommergibili scagliati contro le chiglie delle navi britanniche di stanza nel Madagascar, nel ’42, e condotti da ”samurai-subacquei” Nelle ultime fasi della seconda Guerra Mondiale, sono gli stessi piloti, senza ricevere ordini precisi, che si vanno a schiantare contro i nemici. Due gli episodi che divengono leggendari: quello del maresciallo Yoscima Nagakaua, che abbatte un bombardiere B24 americano col suo minuscolo Gekko, e quello del capitano Naosci Kanno, che sperona un B24 australiano mandandolo a inabissarsi.