La Macchina del Tempo, n. 12 dicembre 2001 pagg. 96-99, 12 dicembre 2001
Un fatto è certo: Machu Picchu non era una città qualunque e come tale non poteva essere abitata da persone comuni
Un fatto è certo: Machu Picchu non era una città qualunque e come tale non poteva essere abitata da persone comuni. Sono state fatte delle ipotesi. Che la città coprisse un ruolo di rifugio segreto, strategico, in parte ignorato dagli stessi Incas e completamente sconosciuto agli spagnoli. Che avesse una funzione legata alla religione, al culto degli dei e al limite alla coltivazione di alcuni prodotti agricoli. Che ospitasse il potere regio, o che fosse abitata solo da femmine, le ”Vergini del Sole”. Due tra i massimi esperti dello studio di Machu Picchu hanno azzardato delle ipotesi in contrasto con quella formulata da Hiram Bingham, il quale sosteneva che la sua unica funzione fosse quella di difesa. Secondo J.H. Rowe la cittadella peruviana altro non era che la tenuta reale dell’imperatore Pachacuti, appositamente edificata per ospitare la ”panaca”, cioè la casa reale, e soddisfarne le necessità. John Hemming, che vi contò 200 strutture abitative e ipotizzò la presenza di almeno mille persone, pensava che Machu Picchu fosse il principale luogo di produzione delle foglie di coca per i religiosi che dimoravano a Cuzco.