Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  dicembre 12 Mercoledì calendario

A cavallo di uno sperone roccioso posto, rispetto al quartiere degli agricoltori, sulla sinistra, si arriva alla Casa del Guardiano delle Tombe, una capanna in pietra, l’unica della città restaurata con un tetto simile a quello che doveva essere stato in passato

A cavallo di uno sperone roccioso posto, rispetto al quartiere degli agricoltori, sulla sinistra, si arriva alla Casa del Guardiano delle Tombe, una capanna in pietra, l’unica della città restaurata con un tetto simile a quello che doveva essere stato in passato. Ci si muove dalla capanna verso il quartiere reale, percorrendo una stradina circondata da ben sedici fontane, realizzate con stili architettonici diversi: fra due rampe di scale si trovano alcuni bacini sovrapposti che provvedevano alla distribuzione dell’acqua. Il Tempio del Sole è una costruzione contenente un grande masso che spunta direttamente dalla terra e una piccola grotta, erroneamente definita ”tomba reale”. L’utilità del Tempio del Sole è ancora avvolta nel mistero. C’è chi pensa che si trattasse di un osservatorio astronomico (è allineato a est), chi, come Bingham, che servisse all’allevamento dei serpenti. La Piazza Sacra, il Tempio delle Tre Finestre, la Casa del Sacerdote e il Tempio Principale, nel cuore del quartiere religioso, subito dopo il Tempio del Sole, anticipano quello che è il punto più emozionante dell’intera città: l’Intihuatana ovvero il ”luogo dove si attacca il sole”. Si tratta di una serie di piattaforme rocciose sovrapposte, in mezzo alle quali si erge un pilastro scolpito con angoli appositamente orientati. Probabilmente uno ”gnomon”, una specie di calendario, del quale gli Incas si servivano per capire l’ora del giorno, la stagione, l’alternarsi dei solstizi e degli equinozi. A ridosso del quartiere popolare, il Tempio delle Tre Porte e la Grotta del Condor, una piccola e angusta stanza che veniva utilizzata sia come santuario che come luogo di tortura, chiudono il giro classico per la mitica cittadella. All’estremità settentrionale delle rovine, per chi ha ancora la forza di reggersi in piedi, parte il sentiero che porta all’Huayna Picchu, la cima che sovrasta Machu Picchu, dalla quale è possibile rimirare un paesaggio stupendo.