Brian Reade, su Sportweek del 28/4/01., 23 gennaio 2002
«La mano destra trema violentemente, mentre lenta l’avvicina al sacco. Quando arriva a toccarlo, la tiene ferma per un istante, concentrandosi come un chirurgo mentre cerca di controllare il tremolio
«La mano destra trema violentemente, mentre lenta l’avvicina al sacco. Quando arriva a toccarlo, la tiene ferma per un istante, concentrandosi come un chirurgo mentre cerca di controllare il tremolio. Quindi, sposta la mano sinistra accanto alla destra e le tiene unite per quella che sembra un’eternità. Il sudore cola lungo la sua fronte, gli occhi si stringono, muove le labbra, fa un profondo respiro, si solleva sulle punte dei piedi, carica il pugno e... bam, bam, bam. Tre solidi diretti sinistri seguiti da un gancio destro. Rimbalza dal sacco sbilanciato, poi ritrova l’equilibrio, solleva il mento, gonfia il petto e ringhia al suo rivale. Mentre il sacco torna su di lui, lo ferma con il corpo, quasi chiedendogli di dire ad alta voce il suo nome . Poi i suoi piedi, che l’avevano portato in palestra come un ubriaco che sta per crollare sul pavimento, tentano un movimento rapido. Bam, bam, bam, altri tre diretti. Si sposta su un fianco, poi all’indietro, squadra la sua preda, la colpisce con un jab e con gli occhi fiammeggianti urla: ’Sto ballando, sto ballando ancora’. E i brividi lungo la mia schiena confermano al cervello quello che gli occhi si rifiutano di credere: che davanti a me c’è la più grande icona sportiva di tutti i tempi, Muhammad Ali in azione” » (Brian Reade).