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 2001  dicembre 12 Mercoledì calendario

1837. I

fisici inglesi William Cooke e Charles Wheatstone iniziano a collaborare per realizzare un sistema di trasmissione che utilizzasse l’elettricità. Nello stesso anno, in America, il governo federale indice una gara d’appalto per la costruzione di una rete di telegrafia ottica. Samuel Morse, professore di disegno all’Università di New York, ne approfitta per proporre il suo prototipo di telegrafo elettrico a cui lavora da due anni, nel tempo libero. La telegrafia elettrica veniva studiata in tutta Europa già dal 1825: un diplomatico russo, il barone Schilling, mettendo in pratica le scoperte sull’elettromagnetismo, aveva realizzato un apparecchio dotato di cinque aghi che, muovendosi, indicava le lettere dell’alfabeto su dei quadranti. Cooke aveva lavorato su un prototipo ispirato alla macchina di Schilling. Il telegrafo di Morse è molto più pratico perché, invece di spostare aghi, emette segnali codificati, per mezzo di una leva a molla azionata a mano. Chiudendo e aprendo il circuito, si inviano due segnali all’apparecchio ricevente: uno lungo, e uno breve. E’ il codice Morse. Dopo averlo presentato a Washington, lo porterà in Europa, ma a Londra Cooke e Wheatstone avevano già brevettato il loro sistema, tecnicamente quasi identico. Morse ripiegherà allora brevettandolo a Parigi nel 1838, poi in America, nel 1840. Nel 1838 l’inglese Cooke propone alla compagnia ferroviaria Great West Railway l’installazione di una rete di tredici miglia che seguisse i binari. In Inghilterra il telegrafo verrà sviluppato dai privati, tanto che la Corona appalterà a privati la gestione della rete pubblica.