La macchina del tempo n. 01 gennaio 2002 pag 33 - 37, 1 gennaio 2002
LA QUESTIONE DELLA VITA
La faccenda della vita su Marte è naturalmente ancora più complicata. Non può esserci vita senza acqua, ma la presenza dell’acqua – anche se provata – non significherebbe necessariamente l’esistenza della vita. Alcuni studiosi, perciò, hanno preso il problema di petto e si sono messi ad analizzare i frammenti di roccia provenienti da Marte per individuare al loro interno segnali di vita, presente o remota. Qui si inserisce la questione dei campioni di suolo marziano, su cui – come dicevamo più sopra – non si può mai giurare. Qualche campione credibile (o piuttosto credibile) tuttavia c’è: sono frammenti probabilmente scalzati da Marte dopo un impatto meteorico e giunti quindi fino a noi. I casi degni di essere presi in esame non sono più di una dozzina. Tra questi, ce ne sono alcuni venuti alla luce dopo essere stati a lungo intrappolati nei ghiacci dell’Antartide. Su questi frammenti alcuni scienziati hanno gridato al miracolo: mostrerebbero, a sentir loro, resti fossili di microorganismi nativi. Senonché, distinguere tracce fossili di creature unicellulari molto primitive è davvero difficile: c’è sempre il rischio di fare confusione con strutture cristalline naturali presenti nella roccia (e non organiche) o con batteri terrestri che l’abbiano contaminata in seguito. In conclusione, come dicevamo, su Marte si sa effettivamente ancora troppo poco. Non è un male, alla fine: essendo questo lo stato delle nostre conoscenze, possiamo ancora immaginare i marziani come omini verdi con le orecchie a sventola...