Giovanni Maria Pace, La Macchina del Tempo, n. 12 dicembre 2001 pagg. 124-136, 12 dicembre 2001
Saputo della trasmissione transatlantica, anche il governo italiano si scuote e il ministro della Marina Benedetto Brin invita Marconi a rientrare in Italia per effettuare esperimenti radio in terraferma e sul mare
Saputo della trasmissione transatlantica, anche il governo italiano si scuote e il ministro della Marina Benedetto Brin invita Marconi a rientrare in Italia per effettuare esperimenti radio in terraferma e sul mare. Ma anche dopo questo riavvicinamento, l’atteggiamento dei vertici politici e accademici italiani nei riguardi dello scienziato è, più che di sostegno fattivo, di passiva condiscendenza. Scorrendo la lista delle lauree honoris causa conferite a Marconi, si vede che ben cinque università inglesi, tra cui le famose Oxford e Cambridge, e sei statunitensi, tra cui la Columbia, gli tributano l’alloro, mentre in Italia soltanto Bologna e Pisa fanno altrettanto. Non solo. Rileggendo gli annali si nota che molti scienziati e accademici nostrani liquidano Marconi con il termine riduttivo di ”inventore”, come fosse un ”praticone” che non aveva fatto altro che assemblare scoperte altrui. La miopia di questo giudizio è dimostrata non soltanto dal Nobel ma, tra i tanti riconoscimenti, dalla medaglia d’oro ”Lord Kelvin”, consegnatagli – primo italiano a riceverla – da uno dei maggiori fisici del Novecento, Ernest Rutherford, nel 1932.