Giampaolo Dossena La macchina del tempo n. 01 gennaio 2002 pag 72-94, 1 gennaio 2002
Cluedo Delitto con i dadi Attrezzatura. Si compra nei negozi di giocattoli una scatola di questo nome che contiene oggetti diversi e le istruzioni
Cluedo Delitto con i dadi Attrezzatura. Si compra nei negozi di giocattoli una scatola di questo nome che contiene oggetti diversi e le istruzioni. Come per monòpoli (v.), è opportuno che ciascun giocatore, prima di cominciare la partita, abbia tempo per familiarizzarsi con i diversi oggetti e con le regole di gioco. Quanto diremo noi qui di seguito non sostituisce le istruzioni. Sono in commercio varie edizioni di Cluedo, che non presentano differenze sensibili per lo svolgimento del gioco. L’edizione classica ha un tabellone quadrettato con 9 locali (cucina, sala da ballo, salotto, sala da pranzo, sala del biliardo, biblioteca, veranda, anticamera, studio); altre edizioni hanno un diverso numero di locali, aggiungendo a quelli classici una fontana e un gazebo nel giardino davanti all’anticamera, e una scuderia-fienile-garage sul retro. I personaggi e le armi che vedremo restano gli stessi; solo un’espansione del 1999 aggiunge un’arma: la boccetta di veleno. *Compagnia. Da tre a sei persone. Questo gioco va molto bene per chi non l’ha mai visto: ha una forte carica ambientale, romanzesca, che coinvolge i giocatori indipendentemente dalla loro abilità. Succede con il Cluedo quel che succede a certi lettori con certi romanzi gialli: ci si lascia prendere dalla trama, senza cercare di scoprire chi è l’assassino. *Preliminari. Il tabellone è la pianta di una villa: il pianterreno di una villa edoardiana nella campagna inglese dove si trovano per il solito piovoso weekend alcune persone. Avviene un delitto. I giocatori cercano di scoprire chi è stato l’assassino (è uno di loro), dove ha commesso il crimine, con quale arma. Ciascuno dei giocatori riceve un segnaposto colorato. I segnaposto corrispondono a persone dai cognomi variopinti: la signora Bianchi, il dottor Verde, la signora Pavone (blu pavone), il signor Plum (’prugna” in inglese), Miss Scarlett (’scarlatta” in inglese), il colonnello Mustard (’senape” in inglese). La scatola di Cluedo contiene, oltre al tabellone e ai 6 segnaposto colorati, 6 piccoli oggetti che rappresentano le armi (pistola, pugnale, candeliere, chiave inglese, spranga, corda) e carte speciali di tre tipi: a) 6 carte che riproducono gli stessi 6 colori dei segnaposti con i 6 nomi e visi adeguati; b) 9 carte relative ai 9 locali della villa; c) 6 carte relative alle armi. Una carta per qualità, senza che nessuno la veda, viene messa in una busta nera, nella casella centrale della pianta, fra anticamera e sala da ballo. I giocatori prendono posto attorno al tavolo in un ordine qualsiasi, e si estrae a sorte chi giocherà per primo. Agli effetti del gioco coloro che giocano per primi hanno un leggerissimo vantaggio; quel che conta è che si rispetti la successione una volta fissata. Ogni giocatore riceve tre carte, una per ciascun tipo. *Svolgimento. Ciascun giocatore ha un punto di partenza sul tabellone Ubbidendo al tiro dei due dadi (muovendosi casa per casa, e sfruttando i passaggi segreti) tende a raggiungere (e raggiunge, sfruttando eventualmente tiri di dadi successivi) con il suo segnaposto un locale, per esempio la biblioteca; sposta in biblioteca il segnaposto di un altro giocatore dovunque si trovi, a sua scelta, per esempio quello bianco; mette in quella stanza, accanto al segnaposto bianco, un’arma del delitto, sempre a sua scelta, per esempio il candeliere, e dice: « stata la signora Bianchi in biblioteca con il candeliere». All’inizio queste tre scelte sono puramente casuali, tanto per cominciare. Poniamo che dica questa frase il giocatore A. *Si gira in senso orario. Il vicino di sinistra di A, il giocatore B, o risponde ”no”, per dire che non ha nessuna delle tre carte in questione (né signora Bianchi, né biblioteca, né candeliere), o fa vedere ad A, segretamente, una delle tre carte, se ce l’ha (se ne ha più di una, gliene fa vedere una sola). Ciascuno, a turno, si sposta da un locale all’altro, alla ricerca del locale giusto, e formula sempre nuove ipotesi deduttive-induttive. Quando crede di avere informazioni sufficienti formula un’ultima accusa per iscritto, senza farla vedere a nessuno, e guarda (senza farle vedere agli altri) le tre carte contenute nella busta nera che sta nella casella centrale. Se ha indovinato, ha vinto, e la partita è chiusa. Se non ha indovinato, rimette le tre carte nella busta e resta in gioco solo per rispondere alle domande che gli farà il suo vicino di destra, senza spostarsi più e senza formulare ipotesi. Stile di gioco. La regola vuole che la partita si svolga nel silenzio più assoluto, tranne che per le domande fatte da ciascuno, volta per volta, al vicino di sinistra; ma la tensione del gioco fa sì che la regola del silenzio venga rispettata anche senza essere imposta. *Storia. Questo gioco viene lanciato sul mercato inglese nel 1949 con il nome di Cluedo, che viene da un incrocio fra l’inglese clue ”indizio” e il latino ludo ”io gioco”. In edizioni successive, americane, il gioco si chiamerà semplicemente Clue. Il gioco si rifà alle atmosfere dei romanzi polizieschi di Agatha Christie, la quale fu tanto longeva da arrivare ad includere il Cluedo in un suo romanzo (Dead Man’s Folly, 1956, tradotto in italiano con il titolo La sagra del delitto): «...sul panno verde di un tavolino da gioco giacevano una piccola pistola, un pezzo di tubo di piombo, un pezzo di corda per stendere il bucato...».