Giampaolo Dossena La macchina del tempo n. 01 gennaio 2002 pag 72-94, 1 gennaio 2002
Dubito Attenti alle facce Gioco di carte per un numero di persone da 4 a 12, ciascuno per sé. Un mazzo di 40 carte (preferibilmente, carte regionali italiane)
Dubito Attenti alle facce Gioco di carte per un numero di persone da 4 a 12, ciascuno per sé. Un mazzo di 40 carte (preferibilmente, carte regionali italiane). Se si è in tanti può andar meglio un mazzo di 52 carte. *Sequenza. Dall’Asso al Re. Non si tiene conto dei semi. *Distribuzione. Un numero uguale di carte a ciascun giocatore, se possibile; oppure qualche carta in più a chi viene dopo il mazziere, tanto da esaurire il mazzo. Qualche carta in più non fa differenza. *Svolgimento. A partire da chi sta alla destra del mazziere, girando in senso antiorario, ciascun giocatore a turno mette una carta coperta in tavola, annunciandone il valore ad alta voce. Non è necessario che il valore effettivo della carta corrisponda al valore annunciato: in questo gioco si può mentire. Il primo giocatore parte dalla carta che preferisce, gli altri devono rispettare l’ordine di sequenza. Dopo che è stato annunciato un Re, si deve ricominciare dall’Asso. Se i giocatori sono pochi e hanno ricevuto molte carte, è facile che nelle prime mani ciascuno sia in grado di giocare effettivamente la carta che gli tocca di annunciare; poi è sempre più probabile che questo o quello dei giocatori non abbia la carta che annuncia. A questo punto uno qualsiasi degli altri può dire: «Dubito». Chi ha giocato la carta, la scopre. I casi sono due. Se quella è la carta annunciata, il dubitatore la prende, e prende con essa tutte le carte giocate fino a quel momento. Se non è quella annunciata, la riprende chi l’aveva giocata, e prende con essa tutte le carte giocate fino a quel momento. *Fine della smazzata. Vince chi riesce a liberarsi di tutte le sue carte: quando uno resta senza carte, il gioco è finito. Chi ha perso paga al vincitore una posta convenuta (oppure una posta convenuta per ciascuna delle carte che gli sono restate in mano). *Stile di gioco. Si parla e si chiacchiera liberamente. Si bada alla faccia di chi annuncia la carta, si cerca di vedere se mente o no, se è un abile mentitore o no. Si applaude chi smaschera la bugia dicendo ”dubito”.Si sbeffeggia il mentitore inetto. un gioco che va bene anche per bambini. A dubito si deve mentire, a poker (v.) si deve bluffare. La sottile differenza fra questi due verbi, essenziali nella vita sociale, si impara giocando a dubito e a poker.