Giampaolo Dossena La macchina del tempo n. 01 gennaio 2002 pag 72-94, 1 gennaio 2002
Monòpoli test per selezionare manager Attrezzatura. Si compra nei negozi di giocattoli una scatola di questo nome (ce ne sono di vario formato e prezzo) che contiene oggetti diversi
Monòpoli test per selezionare manager Attrezzatura. Si compra nei negozi di giocattoli una scatola di questo nome (ce ne sono di vario formato e prezzo) che contiene oggetti diversi. Chi non ha mai giocato a Monòpoli deve osservarli attentamente; una volta che si sia cominciato a giocare tutto diventa chiaro. All’inizio chi è già esperto tende a dare spiegazioni e insegnamenti che non sempre risultano utili. Quanto diremo noi qui di seguito non sostituisce le istruzioni che corredano la scatola: serve a dare un’idea del gioco perché si possa decidere se si ha voglia di provare a giocarlo, se si ha voglia di provare a comprarne una scatola. Compagnia. Da due persone sino a sei secondo l’edizione italiana (Monòpoli), fino a dieci secondo l’edizione originale americana (Monopoly). Tutto dipende solo dai segnaposti che si hanno a disposizione. Chi è già esperto del gioco, o chi ha più maturità e autorevolezza, ricopre il ruolo di ”banchiere”. Si incarica di distribuire ai giocatori le ”carte speciali” e le piccole banconote, sistema sul tabellone i tagliandi degli ”imprevisti” e delle ”possibilità”, controlla che ciascuno abbia un segnaposto. Può assegnare i posti attorno al tavolo, ma agli effetti del gioco la cosa non ha rilevanza: basta che si rispetti la successione una volta fissata. Preliminari. Ciascuno riceve dal banchiere le ”carte speciali” e piccole banconote. Ciascuno si sceglie un segnaposto. Nell’edizione italiana i segnaposto sono oggettini di legno colorati rappresentanti donnina, cactus, candeliere, fiasco, fungo, pera. In altre edizioni, come quella americana originale, automobile, borsetta, cannone, cappello a cilindro, cavallo a dondolo, ditale, ferro da stiro, lanterna, nave da guerra, stivaletto. Se si perdono uno o più segnaposti (c’è chi li ruba) è facile sostituirli con altri come detto per il gioco dell’oca. Svolgimento. Ciascun giocatore, ubbidendo al tiro dei dadi, muove il proprio segnaposto sul tabellone, che è diviso in 40 case non numerate recanti indicazioni varie, prevalentemente stradali: è come se si girasse per le strade di una città. Si succedono, a partire dal ”Via!”, 8 zone urbane che vanno dai vicoli dei quartieri bassi ai viali dei quartieri residenziali sempre più lussuosi. Con le ”carte speciali” ricevute all’inizio, e acquistate successivamente dal banchiere e dagli avversari (mediante piccole banconote), questo o quel giocatore può assicurarsi il possesso di uno o più quartieri (costituiti da due o tre vie contigue, concolori). Quando possiede interamente un quartiere può costruirvi case e alberghi (indicati da speciali segnalini, verdi per le case, rossi per gli alberghi: man mano, li compra dal banchiere), che gli permettono di esigere somme di denaro sempre più alte da chi (percorrendo e ripercorrendo l’itinerario) capita in una via di quel quartiere. Altri vantaggi possono venire a ciascun giocatore capitando su case di tipo diverso da quelle stradali; vantaggi e svantaggi pescando i tagliandi degli ”imprevisti” e delle ”possibilità”. Mentre tutti percorrono e ripercorrono l’itinerario, alcuni accumulano grandi capitali, si impadroniscono di nuove vie, nuovi quartieri, vi elevano nuove costruzioni; altri si impoveriscono sempre più, sono costretti a ipotecare i terreni o a cederli, ed escono dal gioco. Stile di gioco. La complessità del gioco richiede costante attenzione da tutti. Manca il tempo, e manca la disposizione di spirito, per i comportamenti allegri e sguaiati della tombola e del gioco dell’oca. Il Monòpoli non è un vero ”gioco di simulazione strategica” ma è ambientato nel mondo della speculazione edilizia, e richiede calcoli, previsioni, strategie di gioco. Qualche partita a Monòpoli rientra a volte nelle selezioni attitudinali per la scelta di giovani manager destinati a certe carriere amministrative. Una statistica dice per esempio che può valer la pena di sfruttare anche i terreni di minor valore, con investimenti oculati. Vince chi ha accumulato maggiori ricchezze, o chi riesce a mandare fuori gioco tutti gli avversari. Alla fine della partita il vincitore non riceve denaro sonante, come all’inizio della partita nessuno versa denaro sonante (anche se si possono studiare meccanismi che trasformano Monòpoli in un gioco d’azzardo). La soddisfazione morale del vincitore è abbastanza forte di per sé (e l’amarezza dei perdenti è già abbastanza bruciante, a seconda dei temperamenti). Storia. Questo gioco nasce negli Stati Uniti prima del 1904, quando lo brevetta una donna dei quaccheri come gioco educativo, di polemica morale contro i landlords (i padroni di casa), la ferocia degli affitti, lo strangolamento degli inquilini. Ha una iffusione artigianale fino al 1935 quando viene lanciato dalla Parker Brothers con il nome di Monopoly, con ideologia capovolta: è, come ancor oggi, l’esaltazione del capitalista con il sigaro, il cilindro, la giannetta e i baffi bianchi che ne costituisce il logo. Capostipite dei ”giochi in scatola”, diffuso in tutto il mondo, è proibito nei paesi socialisti per mezzo secolo. L’edizione sovietica esce con clamore di stampa nel 1989: l’ultima casella viola (in Italia Parco della Vittoria, in Francia Champs Elysées, in Gran Bretagna Mayfair) si chiama Arbat. Varianti. Chi viaggia può procurarsi edizioni in lingue straniere, con riferimenti di strade parigine, londinesi ecc. Basta una leggera infarinatura di francese, di inglese ecc. per giocare con queste edizioni straniere, che portano un po’ di varietà e risultano gradite. Più difficile è adoperare, per esempio, l’edizione giapponese. In Italia il Monòpoli ha avuto varie edizioni. La prima, del 1936, aveva nomi di strade che sparirono dopo la guerra (via del Fascio, largo Savoia). All’edizione classica, con nomi di strade prevalentemente milanesi, se ne è accompagnata una ”ambientata” a Roma. I nomi delle vie sono stati cambiati nella nuova edizione 2001, che ha piccole banconote con valori in Euro.