Giampaolo Dossena La macchina del tempo n. 01 gennaio 2002 pag 72-94, 1 gennaio 2002
Un americano su quattro gioca a poker. E c’è poco da stupirsi visto che far soldi in fretta, con un po’ di fortuna e molta determinazione, è da sempre parte integrante del sogno americano
Un americano su quattro gioca a poker. E c’è poco da stupirsi visto che far soldi in fretta, con un po’ di fortuna e molta determinazione, è da sempre parte integrante del sogno americano. Rilanciata senza sosta da Hollywood che fin dai tempi del western ha continuato a proporre il tavolo verde come snodo di moltissime trame. Tra le partite più famose come dimenticare quella astutamente persa da Paul Newman contro Robert Shaw ne La Stangata? Per far arrabbiare il gangster, attirarlo in una trappola molto più ricca e spennarlo a dovere in una finta sala corse, la cui ricostruzione storica valse addirittura l’Oscar alla pellicola. Tra gli ultimi film usciti oltreatlantico, le carte più belle sembra proprio averle avute Rounders (Il giocatore), con il quale Matt Damon ha sbancato il botteghino oltre che gli avversari. Sì, perché il giovane studente di college, che rompe la promessa di non giocare più per aiutare l’amico Edward Norton a salvarsi dalla mafia russa, finisce per vincere molto. In America è così: all’inizio il cattivo mette in ginocchio l’eroe, che però vivrà sempre un lieto e danaroso finale. Uno scenario completamente capovolto sugli schermi di casa nostra, dove poker e giochi d’azzardo hanno sempre fatto da sfondo al dramma. Che cos’è più straziante della partita di Regalo di Natale di Pupi Avati? Proprio nella notte del 25 dicembre, gabbato anche dall’ultimo amico, Diego Abatantuono riesce a perdere anche ciò che non possiede più.