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 2002  gennaio 01 Martedì calendario

Roulette L’ossessione del sistemista Attrezzatura. In negozi di città medio-grandi si trova un assortimento di attrezzature per il gioco della roulette, con dimensioni e prezzi vari

Roulette L’ossessione del sistemista Attrezzatura. In negozi di città medio-grandi si trova un assortimento di attrezzature per il gioco della roulette, con dimensioni e prezzi vari. Gli elementi essenziali sono quattro: a) la roulette vera e propria, piatto rotante con pallina d’acciaio; b) il tableau di panno verde su cui si mettono i gettoni per fare le puntate; c) una o più scatole di gettoni (forma, colori, dimensioni svariate; potendo scegliere, sono preferibili i gettoni, o fiches, che recano indicazione dei valori, in cifre; le quali poi si deciderà se valgano o no in lire, o in euro, o in altre valute); d) un foglietto (in più copie; ma si possono fare fotocopie per ogni giocatore) con l’indicazione delle 17 possibilità fondamentali di puntata, e di quanto spetta a chi abbia fatto con successo la puntata in questione. Di solito in Italia sono in commercio le roulette ”con uno o zero”, ma è quasi lo stesso giocare con roulette americane, ”con due zeri”. State attenti che la roulette corrisponda al tableau. Comprare una roulette ”con uno zero” e un tableau ”con due zeri” è buffo (anche se ci si può sempre arrangiare). Preliminari. Se c’è qualcuno che non abbia mai giocato alla roulette, fategli vedere come funziona il piatto rotante e consigliategli di studiare un po’ il foglietto del punto d). Numero di giocatori. Paradossalmente si può giocare alla roulette in due. Perché il gioco prenda senso ci vuole un certo numero (a spanne, almeno 6 e non più di 12) di giocatori; poi ci vuole un banchiere, che ritira per sé le somme puntate su numeri e combinazioni non usciti, e paga le combinazioni vincenti. Generalmente il banchiere si arricchisce, come si arricchiscono i tenutari dei casinò; ma ogni tanto qualche giocatore fortunato ”fa saltare il banco”, ”sbanca” il banchiere; in un’atmosfera famigliare il banchiere deve avere le spalle quadrate, ed essere sempre in grado di pagare i giocatori fortunati. Il banchiere può fare da croupier. Osserva la correttezza o chiarezza delle puntate. Fa girare il piatto e lancia in esso la pallina. Pronuncia la frase «rien ne va plus» (il gioco è chiuso) dopo aver lanciato la pallina. Annuncia numero e colore usciti, aggiungendo le parole-chiave relative al fatto che il numero sia pari o dispari, e ”manque” (da 1 a 18) o ”passe” (da 19 a 36). Poi ritira le puntate perdenti e paga quelle vincenti. Gettoni e denaro. Prima di cominciare a giocare, anzi prima di sedersi al tavolo, si decide se alle cifre indicate dai gettoni deve corrispondere, e in che misura, denaro sonante. Tutti sanno che la roulette può essere un gioco rovinoso; chi ha esperienza deve consigliare e imporre prudenza. Si può fissare un limite alle puntate. Se i gettoni devono avere un corrispettivo in denaro, ciascun giocatore ”compra” un certo numero di gettoni (li compra dal banchiere); potrà comprarne altri durante il gioco. Prudenza vuole che chi è rimasto senza gettoni si ritiri: è comprando sempre nuovi gettoni che uno si rovina. Possibilità di puntate. Ogni giocatore mette i gettoni che vuole sul numero o sulle combinazioni che vuole. Come dovrebbe spiegare il foglietto d) le possibilità fondamentali sono 17; ne esistono anche altre (orfanelli, serie 5/8, vicini, finali). In una compagnia di tipo famigliare si tien conto (o si comincia a tener conto) di 7 possibilità. 1. Quando esce il numero su cui si è puntato, en plein, si vince 35 volte la posta. Ho puntato mille, vinco trentacinquemila cioè ritiro trentaseimila. 2-3-4-5-6-7. Si vince alla pari (punto mille, vinco mille, cioè ritiro duemila) quando esce un numero che corrisponda a quello su cui si è puntato per il fatto di essere dispari, nero, pari, rosso, o di rientrare tra 1 e 18 (manque) o tra 19 e 36 (passe). I due termini ”manque” e ”passe” non si traducono come non si traduce ”en plein”; gli altri termini, benché perfettamente traducibili, si dicono di solito alla francese, impair, noir, pair, rouge. Appena uno si impratichisce della roulette il vero divertimento sta nel tentare le combinazioni (illustrate dal foglietto del punto d) che fanno vincere 5, 8, 11, 17 volte la posta. Nella natura dell’uomo (o del giocatore) ci sono dei meccanismi per cui ci si affeziona a certi numeri o certe combinazioni. Qui scattano i meccanismi più letali, quelli dei ”sistemi”. Alcuni giocatori credono di poter fare previsioni sui numeri che usciranno alla roulette. Per dare un solo esempio, ”la martingale” vorrebbe che se esce cinque volte di fila il rosso si punti sul nero; se esce ancora il rosso, si punti sul nero raddoppiando la posta; e così di seguito. Se a un giocatore della compagnia comincia a venire in mente che un ”sistema” esiste e funzioni, non c’è niente da fare; men che mai serve dirgli «se esistesse un sistema che funziona, i casinò sarebbero andati tutti in fallimento». Bisogna inventare un pretesto per sospendere il gioco, e non riprenderlo più. Stile di gioco. Perché funzioni come gioco di compagnia a tipo famigliare la roulette va giocata in modo allegro e spregiudicato, come se fosse una tombola sofisticata. Serve molto un croupier che sappia fare la caricatura del vero croupier. Storia. Le prime attestazioni su un gioco chiamato ”roulette” portano al 1716, in Francia. Le prime descrizioni soddisfacenti di un gioco simile al nostro si hanno a Parigi nel 1819 e a Lipsia nel 1820; sono roulette con due zeri: dunque la roulette americana non è una innovazione bensì corrisponde a una fase arcaica. Nel 1807 in una lettera Carlo Porta dice «groppier di roletta». Originariamente il croupier era un inserviente che stava sulla groppa del cavallo alle spalle del cavaliere, sullo stesso cavallo, per insegnargli a cavalcare; poi croupier passò a indicare chi stava alle spalle di un giocatore seduto al tavolo della roulette per fornirgli insegnamenti e consiglio per aiutarlo nel maneggio dei gettoni. Una forma di corteggiamento è stare alle spalle di una signora per fornirle insegnamenti e consigli e per aiutarla nel maneggio dei gettoni. La roulette ”con uno zero”, nella forma attuale, risale alla metà dell’Ottocento, quando François Blanc creò il casino di Montecarlo. Del 1886 è il romanzo di Dostoevskij, Il giocatore, che si svolge nella città immaginaria di Ruletenburg (da alcuni identificata con Bad Neuenahr). La legge e la matematica. Il gioco della roulette in Italia è proibito dalla legge, ma non si corre nessun rischio giocando in famiglia con le roulette che si trovano in vendita, di diametro inferiore ai 30 centimetri. Naturalmente, più è semplice la roulette più è facile che risulti difettosa. Anche nei casinò più seri esiste la possibilità che la roulette sia leggermente difettosa (e offra possibilità di previsione a chi conosca il difetto). Gli studiosi di statistica e di stocastica hanno elaborato formule complesse per giudicare se corrispondano o no a criteri di equità i meccanismi di certi giochi di scommessa. I giochi gestiti dai casinò, come la roulette, sono relativamente equi; altamente iniqui sono i giochi pubblici, o di ricevitoria, gestiti dallo Stato. Per esempio nella roulette, puntando su rosso o nero, se gioco 1 lira ne ritiro 2; se il gioco fosse equo dovrei ritirarne 2,058. Nel lotto, nel caso di un ambo, la vincita per 1 lira giocata è 250; se il gioco fosse equo dovrebbe risultare pari a 400.