Giampaolo Dossena La macchina del tempo n. 01 gennaio 2002 pag 72-94, 1 gennaio 2002
Non bisogna esagerare il significato della vittoria di Deep Blue contro l’allora campione del mondo, Garry Kasparov (3-11 maggio 1997)
Non bisogna esagerare il significato della vittoria di Deep Blue contro l’allora campione del mondo, Garry Kasparov (3-11 maggio 1997). Il computer non ragionava affatto: si limitava a consultare una quantità enorme di combinazioni e a scegliere quelle che, statisticamente, davano più possibilità di vittoria. Si tenga presente che anche gli scacchisti professionisti si differenziano dai comuni mortali per il gran numero di partite che sanno a memoria. La statistica è cioè una base fondamentale degli scacchi anche per gli umani. Deep Blue analizzava a ogni mossa quaranta miliardi di posizioni. Però ”cretinamente”: dedicava cioè lo stesso tempo sia alle mosse palesemente assurde che a quelle che sarebbero poi risultate profonde. L’analisi infatti non consisteva che nel giocare, alla velocità di duecento milioni di mosse al secondo, tutti gli sviluppi possibili di qualunque risposta fino alla settantaquattresima mossa (una partita a scacchi dura molto raramente più di sessanta mosse): i programmatori avevano ficcato nella memoria di Deep Blue tutte le partite più importanti giocate negli ultimi cent’anni. Infatti, benché Kasparov mostrasse di volta in volta meraviglia, scoramento o rabbia, molti pensarono che il match fosse truccato. Il campione al secondo incontro diede partita vinta e, come si vide poi, poteva pareggiare. Un punto decisivo, dato che poi il computer vinse 3,5 a 2,5. La posta in palio per l’Ibm sembrava in realtà davvero troppo alta: su Deep Blue erano stati investiti quattro miliardi di dollari e il valore pubblicitario della vittoria su Kasparov era stato calcolato in 150 miliardi di dollari. In queste condizioni, permettere a Kasparov di vincere - non essendoci nessun titolo in gioco per il campione - sarebbe costato davvero troppo caro. Così almeno pensarono i maligni. Però il grande avversario di Kasparov, Karpov, richiesto di dare un giudizio sul gioco di Deep Blue, rispose con una sola parola: «Infantile». GdA