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 2002  gennaio 01 Martedì calendario

Diverso è il discorso da fare per il Vesuvio. in riposo quasi completo dal 1944, anno dell’ultima eruzione, avvenuta poco dopo l’arrivo delle truppe alleate a Napoli

Diverso è il discorso da fare per il Vesuvio. in riposo quasi completo dal 1944, anno dell’ultima eruzione, avvenuta poco dopo l’arrivo delle truppe alleate a Napoli. Ma è un sonno apparente. Il cono vulcanico ha il cratere occluso da lava consolidata e sotto di esso, a ottomila metri di profondità, sonnecchia un grande serbatoio di lava, esteso 400 chilometri quadrati, come gli ultimi studi condotti dalle Università di Napoli e di Nizza hanno messo in evidenza. Potrebbe, insomma, risvegliarsi all’improvviso con un’immane esplosione. Proprio come accadde nel 79 d.C., quando causò la distruzione di Ercolano e Pompei, provocando circa tremila morti. Oppure, nelle prossime decine d’anni, potrebbe verificarsi un’eruzione simile a quella del 1631 (in cui morirono 4.000 persone e 6.000 animali domestici), avvenuta dopo una quiescenza di 500 anni. Allora, come risulta da una dettagliata ricostruzione, si ebbe una eruzione fortemente esplosiva, con l’emissione di dense colonne di gas che, collassando, formarono flussi piroclastici (gas con frammenti di magma, ceneri e lapilli in sospensione), che scesero lungo i pendii del vulcano alla velocità di 80-100 chilometri all’ora. L’unica difesa possibile da un’eruzione di questo tipo è l’allontanamento preventivo della popolazione nell’area di maggior rischio (circa 700mila abitanti dei 18 paesi circumvesuviani).