Massimo Fini, La Macchina del Tempo, n. 1 gennaio 2002 pagg. 22-31, 1 gennaio 2002
Durante gli antichi Imperi orientali nessun bene, per quanto diffuso e intercambiabile, divenne mai intermediario privilegiato per lo scambio, raggiungendo così la dignità e la funzione di denaro
Durante gli antichi Imperi orientali nessun bene, per quanto diffuso e intercambiabile, divenne mai intermediario privilegiato per lo scambio, raggiungendo così la dignità e la funzione di denaro. In questo periodo – scoperta la scrittura – alcuni beni acquistano però la funzione di moneta come misura di valore e moneta di conto benché gli scambi avvengano sempre nella forma del baratto. Max Weber parla di «baratto con computo di moneta». Nel sistema delle equivalenze la moneta serve quindi per facilitare il baratto, ma non lo sostituisce, non funge da mezzo di scambio, non è mezzo di scambio, non è denaro. A questo punto dell’evoluzione sono quindi all’opera tre delle quattro funzioni del denaro: deposito di ricchezza, mezzo di pagamento, misura del valore. Ma queste funzioni non vengono riassunte da una sola moneta-merce. Nelle società arcaiche non esiste una moneta ”buona per tutti gli usi”, ma monete diverse per le diverse funzioni del denaro. Sarà solo quando apparirà la moneta coniata come mezzo di scambio che essa assorbirà anche le altre funzioni e diventerà denaro come modernamente lo intendiamo.