Massimo Fini, La Macchina del Tempo, n. 1 gennaio 2002 pagg. 22-31, 1 gennaio 2002
E finalmente lo spirito del denaro decise di scendere sulla terra, di incarnarsi e di palesarsi agli uomini
E finalmente lo spirito del denaro decise di scendere sulla terra, di incarnarsi e di palesarsi agli uomini. L’evento ebbe luogo in Lidia, un piccolo regno dell’Asia Minore che era nell’orbita della cultura greca, fra la fine dell’ VIII secolo a.C. e l’inizio del VII. Fu il re della Lidia, Gige, progenitore del più noto Creso, a coniare la prima moneta, l’elektron (una combinazione di oro e argento), garantita nel peso, nella misura e quindi nel valore, dallo Stato, e che riuniva in sé tutte le funzioni del denaro: deposito di ricchezza, misura di valore, mezzo di pagamento, intermediario nello scambio. L’esempio fu immediatamente seguito da altre città greche dell’Asia Minore, Mileto, Efeso, Samo, Focea, cui si aggiunsero, poco dopo, Chio, Smirne, Cizico e Lampsaco. Nella Grecia vera e propria la moneta coniata arrivò solo nel 630 a.C. e ad Atene una trentina di anni dopo: era l’obolo. Passarono però due secoli perché il denaro, dopo aver conquistato Cirene, la Tracia, l’impero persiano, le regioni interne al Mar Nero, Cipro, la Magna Grecia, approdasse anche a Roma e nell’Italia centrale. In contemporanea con la nascita del denaro, e non casualmente, fecero la loro apparizione la filosofia, la scienza, la polis (cioè la città-stato greca), la democrazia, la personalità, la distinzione fra lavoro manuale e intellettuale, il lavoro individuale, la povertà individuale e la solitudine dell’uomo.