Massimo Fini, La Macchina del Tempo, n. 1 gennaio 2002 pagg. 22-31, 1 gennaio 2002
l’ora della moneta elettronica. Già adesso parte del denaro è formata da bit e byte, cioè da impulsi elettronici
l’ora della moneta elettronica. Già adesso parte del denaro è formata da bit e byte, cioè da impulsi elettronici. Il denaro che viaggia su computer e che viene comprato e venduto mille volte al giorno trova un supporto cartaceo e scritturale solo in un secondo momento, alla fine delle operazioni, quando ha già spostato equilibri economici e sociali, fatte e disfatte fortune. Ma c’è anche denaro che è già totalmente e solamente elettronico. Con la plastic card e la ancor più sofisticata smart-chip-card il cliente di una Banca può spostare valuta dal proprio ”database”, che attesta la sua disponibilità finanziaria, al ”database” di un creditore e, viceversa, ricevere valuta da altri ”database”. Le transazioni vengono registrate su copie magnetiche e magneto-ottiche. Sono i cosiddetti conti virtuali. La Borsa non è ormai che un computer che interagisce con un’infinità di altri computer. Tutto questo si chiama Finanza virtuale globale. Con la moneta elettronica si spezza l’ultimo legame fra denaro e materia. E dopo una marcia durata tremila anni il denaro si ricongiunge finalmente a se stesso, alla sua essenza, ridiventa una pura logica, spirito disincarnato. Un’ idea nella testa dell’uomo.