Stefano Nicolini, La Macchina del Tempo, n. 1 gennaio 2002 pagg. 106-111, 1 gennaio 2002
Nel periodo dei corteggiamenti, dalle tre alle cinque settimane, la gelida aria polare echeggia degli squittii nasali delle loro voci
Nel periodo dei corteggiamenti, dalle tre alle cinque settimane, la gelida aria polare echeggia degli squittii nasali delle loro voci. Ogni coppia ha un proprio codice vocale, fatto di suoni pronunciati con toni e sequenze esclusivi. Con danze seducenti, durante le quali esibiscono le chiazze arancioni della propria livrea, i maschi cercano di conquistare le femmine. L’accoppiamento dura soltanto pochi secondi. Nei giorni che precedono l’incubazione delle uova, sulla colonia cala il silenzio. Probabilmente è per evitare che un esemplare single copi il codice vocale sostituendosi a uno dei membri della coppia. Appena depositato l’uovo, verso maggio o agli inizi di giugno, la femmina lo abbandona e riguadagna il mare aperto per rifocillarsi e procurarsi del cibo per il futuro pulcino. Per i prossimi 64-67 giorni sarà il maschio a covarlo. Benché misuri tredici centimetri di lunghezza e pesi 400 grammi, è il più piccolo uovo di uccello, in proporzione alla massa corporea: soltanto l’1,47% di quella di un adulto. La temperatura esterna è già scesa a parecchi gradi sotto lo zero e sistemare l’uovo in un nido scavato nel ghiacciaio condannerebbe l’embrione al suo interno a una rapidissima morte per congelamento. Il padre lo custodisce quindi dal primo istante con molta cura, sistemandolo sulle zampe e sotto la protezione delle calde piume del bassoventre. Nella nicchia così formata la temperatura sarà di trenta gradi anche quando fuori ce ne saranno altrettanti, ma sotto lo zero. Le stesse amorevoli attenzioni papà pinguino dovrà porle quando soffierà il terribile blizzard, con raffiche di vento che raggiungono i 250 chilometri orari. Per resistere a simili condizioni climatiche e a temperature rigidissime, i maschi adulti si dispongono in formazioni a testuggine, stringendosi l’un l’altro fino a raggiungere la densità di dieci individui, con relative uova, per metro quadrato. A rotazione si alternano per alcuni minuti sul lato sottovento dello schieramento per poi retrocedere verso quello meno esposto alle intemperie. Un solo momento di panico nel gruppo può causare lo schiacciamento di centinaia di uova.