Pier Paolo Pasolini, ìRagazzi di vitaî, Garzanti, 7 febbraio 2002
Ragazzi di vita è un romanzo crudo sul sottoproletariato romano, che rappresenta, per soggetto e linguaggio, una novità nel panorama letterario italiano
Ragazzi di vita è un romanzo crudo sul sottoproletariato romano, che rappresenta, per soggetto e linguaggio, una novità nel panorama letterario italiano. L’ambiente è quello conosciuto dall’autore, quando faceva quasi la fame vivendo con la madre e insegnando nelle scuole della periferia. Altro suo filo d’arianna in quella realtà, fu l’amore omoerotico con i borgatari. Nasce il 5 marzo del ’22 a Bologna da Carlo Pasolini, tenente di fanteria di vecchia famiglia ravvenate di cui aveva sperperato il patrimonio, e da Susanna Colussi, insegnate, di Casarsa della Delizia, in Friuli. La carriera del padre obbliga a frequenti spostamenti. Durante la guerra la famiglia si rifugia a Casarsa. Nel ’45, il fratello, Guido, che milita tra i partigiani non comunisti, viene ucciso da partigiani rossi. Pubblica alcuni poesie in friulano. Si laurea in lettere, insegna. Alla vigilia delle elezioni del ’48, un ragazzo confessa al parroco di avere avuto rapporti con lui. Va con la madre a Roma. Nel ’55 esce il suo primo romanzo, Ragazzi di vita. Subisce un processo per oscenità. Conquista la fama anche oltre i confini patrii. Muore la notte tra il giorno dei morti e quello dei santi, nel ’75: dopo averlo picchiato e preso a bastonate gli passano sul cuore con la sua macchina, una Giulia cupé grigia metallizzata, a Ostia.