Manlio Cancogni, ìLa carriera di Pimlicoî, Fazi editore pagine 104 lire 22 mila, 7 febbraio 2002
Giornalista sportivo e autore letterario apprezzato dalla critica, Manlio Cancogni, amico di Cassola, si inserisce nel filone dei narratori spuri, sullo stile di un Guancarlo Fusco
Giornalista sportivo e autore letterario apprezzato dalla critica, Manlio Cancogni, amico di Cassola, si inserisce nel filone dei narratori spuri, sullo stile di un Guancarlo Fusco. Nasce nel 1916 a Bologna, da genitori versiliesi. Cresce a Roma, dove vede una corsa all’ippodromo dei Parioli, lì nasce la sua passione. L’altra è quella del calcio. La carriera di Pimlico è la vicenda di un puledro che ogni tanto vince, a volte si piazza, non arriva mai a primeggiare. La voce narrante è quella di un sessantenne caporazza che ha appena perso la moglie e si intenerisce per questo purosangue orfano di madre. Il racconto apparve negli anni Cinquanta sulla rivista di Adriano Olivetti "Comunità" e fu notato da Elio Vittorino, editor di Einaudi, che volle inserirlo nella collana I gettoni. Manlio Cancogni, ”La carriera di Pimlico”, Fazi editore