Corrado Augias, ìI segreti di Parigiî, Mondadori, 8 febbraio 2002
Assenzio. Soprannominato "la fata verde", per il suo colore, è una bevanda amara tipica degli anni di fine ’800, «Aperitivo dal gusto molto aromatico, il cui vapore sale facilmente alla testa, dando un leggero e gradevole senso di stordimento»
Assenzio. Soprannominato "la fata verde", per il suo colore, è una bevanda amara tipica degli anni di fine ’800, «Aperitivo dal gusto molto aromatico, il cui vapore sale facilmente alla testa, dando un leggero e gradevole senso di stordimento». Veniva servito «con un rituale vagamente iniziatico che ne aumenta il fascino. Dopo aver versato un po’ di liquore nel fondo di un calice a forma svasata, si appoggia sul bordo del bicchiere un cucchiaino forato che sorregge una zolletta di zucchero, su cui si lascia colare lentamente dell’acqua fresca che lo scioglie e diluisce il liquore, addolcendolo. L’ora per berlo va dalle cinque alle sette del pomeriggio: l’heure verte, la chiamano, l’ora verde, e coincide con quella dell’adulterio». Gustave Flaubert, nel suo Dizionario dei luoghi comuni, scrive: «Assenzio - Veleno ultraviolento: un bicchiere e siete morti. I giornalisti lo bevono mentre scrivono i loro articoli. Ha ucciso più francesi degli stessi beduini».