Carlo Vulpio sul Corriere della Sera dell’8/6/2002 pagina 8., 8 febbraio 2002
Domenica scorsa a Gravina di Puglia, 45 mila abitanti, amministrazione di centrosinistra, piazza Repubblica era stracolma di gente per una manifestazione della Casa delle Libertà sulla discarica di rifiuti speciali che la gente (organizzata in un comitato numeroso e trasversale) non vuole
Domenica scorsa a Gravina di Puglia, 45 mila abitanti, amministrazione di centrosinistra, piazza Repubblica era stracolma di gente per una manifestazione della Casa delle Libertà sulla discarica di rifiuti speciali che la gente (organizzata in un comitato numeroso e trasversale) non vuole. D’un tratto è salita sul palco Grazia D’Erario, consigliere regionale Ds fino a un anno fa, sventolando documenti sull’affare discarica e accusando un mucchio di persone, quasi tutti Ds: il sindaco Remo Barbi e la sua giunta in carica, l’ex vicesindaco e gli ex assessori della precedente giunta (guidata sempre da Barbi), il segretario cittadino del partito: «Si sono incontrati in casa di un personaggio molto noto dove un po’ di persone hanno preso soldi da Carlo Columella, titolare dell’impresa Tradeco che dovrebbe realizzare la discarica di rifiuti speciali». E ancora: «Ho fatto questa scelta dopo le minacce dei miei compagni di partito e dopo un inutile viaggio a Roma, alla direzione nazionale Ds. Allora sono andata dal vescovo, che mi ha esortata a dire la verità». Barbi l’ha querelata e un paio di giorni dopo ha organizzato un comizio dove spiegava che la donna è una «bugiarda, fragile psichicamente e impaurita dalle porcherie commesse in questa vicenda dal mio ex vicesindaco, Oronzo Mita, che della D’Erario è compagno di merende». Piuttosto fredda la reazione della piazza alle parole del sindaco anche perché, nel frattempo, s’era sparsa la voce della perquisizione dei carabinieri negli uffici della regione Puglia, dove i fascicoli sulla discarica erano spariti.