Luciano Canfora, ìUn mestiere pericoloso ñ La vita quotidiana dei filosofi greciî, Sellerio., 8 febbraio 2002
Ipazia. Ipazia, figlia del matematico e filosofo Teéone, colta, austera, bellissima, «con indosso il mantello filosofico faceva le sue uscite nella città e spiegava pubblicamente, a chiunque volesse ascoltarla, Platone o Aristotele o le opere di qualsiasi altro filosofo» (Damascio)
Ipazia. Ipazia, figlia del matematico e filosofo Teéone, colta, austera, bellissima, «con indosso il mantello filosofico faceva le sue uscite nella città e spiegava pubblicamente, a chiunque volesse ascoltarla, Platone o Aristotele o le opere di qualsiasi altro filosofo» (Damascio). Ad Alessandria era divenuta un’autorità, e persino Oreste la consultava per chiederle consiglio. Un giorno dell’anno 415, i monaci-squadristi la assaltarono mentre tornava a casa in carrozza, la denudarono, le cavarono gli occhi, la massacrarono a colpi di tegola, la tagliarono a pezzi e bruciarono i resti.