varie, 8 febbraio 2002
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ABDALLAH II Amman (Giordania) 30 gennaio 1962. Re. Politico. Primogenito di re Hussein e della seconda moglie Muna (l’inglese Tony Gardiner)
ABDALLAH II Amman (Giordania) 30 gennaio 1962. Re. Politico. Primogenito di re Hussein e della seconda moglie Muna (l’inglese Tony Gardiner). Ha studiato a Oxford e all’Università di Georgetown (Washington). Come Re Hussein, ha studiato all’Accademia Britannica Sandhurst. Pochi giorni prima della morte, nel gennaio 1999, re Hussein lo designò successore al trono congedando il fratello Hassan, già nominato nel 1965. Abdallah II di Giordania si insediò il 7 febbraio 1999. Il 10 giugno 1993 sposò Rania Yasin, di origine palestinese. La sua apertura culturale e la spinta verso la globalizzazione contraddistinguono la sua distanza dai «grandi vecchi» del Medio Oriente. La Giordania, con Abdallah II supera le rivalità dinastiche con l’Arabia Saudita, si riavvicina alla Siria e si riconcilia con il Kuwait, infuriato dopo la neutralità di Amman durante la guerra del Golfo • «Le tremende responsabilità […] sembrano scolpite sul suo volto di giovane re […]. Ha dovuto persino rinunciare a nascondersi fra la gente per ascoltare dal vivo i bisogni e le lamentele dei sudditi. Sognava la prosperità del popolo giordano, forte dell’eredità di pace che gli aveva lasciato il suo indimenticabile padre Hussein. Si trova invece costretto ad ammettere: “Lavoriamo soltanto per raffreddare la violenza del conflitto fra israeliani e palestinesi. Per impedire che scorra altro sangue”. [...] Quando suo padre, prima di morire, gli annunciò che aveva deciso di nominarlo erede al trono, non avrebbe potuto dire di no. Anche se lo avesse desiderato. “A Sua Maestà risposi: obbedisco”» (Antonio Ferrari, “Corriere della Sera” 16/5/2001) • «[...] Dopo la morte dell’amato re Hussein, nel 1999, si temeva per il futuro della Giordania. La scelta del defunto sovrano di nominare erede il figlio [...] fu accolta con sorpresa. Non era stato cresciuto per indossare la corona. Invece Abdallah e la sua bellissima moglie palestinese Rania sono riusciti a farsi amare dai sudditi, invidiare dagli altri paesi arabi e seguire con interesse (soprattutto lei) dai media internazionali, come pochi altri capi di stato al mondo. Alcuni li paragonano al principe Ranieri di Monaco e Grace Kelly, altri a John e Jackie Kennedy. La coppia reale è riuscita a infondere un certo ottimismo alla nazione (quello che gli inglesi chiamano “the feelgood factor”), paragonabile alla sensazione di una ritrovata Camelot, la corte del leggendario re Artù, che accompagnò la breve presidenza di Kennedy. [...] Secondo molti analisti, Abdullah si sta mostrando più acuto del padre nel gestire i rapporti delicati con i palestinesi, di cui quasi 2 milioni vivono entro i confini giordani. [...] Abdallah porta sempre nei suoi viaggi all’estero un gruppo di studenti universitari affinché “possano capire come funzionano le cose altrove”. Ha trasformato la Giordania in centro di incontri internazionali di alto livello. Dalla conferenza annuale di Petra al World economic forum (Wef), di cui ogni due anni si tiene l’edizione mediorientale sul Mar Morto, con Abdullah e Rania ad accogliere 1.200 fra leader d’impresa, politici e giornalisti di 55 paesi. Kurt Schwab, fondatore del Wef-Davos, ritiene che re Abdullah “abbia aiutato la Giordania a fare grossi passi avanti”, tali da rendere il suo paese “un modello per tutta l’area”. [...]» (William Ward, “Panorama” 12/7/2007).