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 2002  febbraio 08 Venerdì calendario

Abril Victoria

• (Victoria Mérida Rojas) Malaga (Spagna) 4 luglio 1959. Attrice. «La protagonista delle scene di sesso più fresche, sincere, divertenti ed eccitanti che si siano girate negli ultimi anni» (Pedro Almodovar) • «Il suo fisico asciutto, nervoso ed elastico denuncia immediatamente un lungo training da ballerina: in effetti voleva darsi alla danza classica, disciplina che ha seguito con fervore quasi religioso. Ma è proprio il suo insegnante, dopo sette anni di torture alla sbarra, a incoraggiarla a fare anche qualcos’altro: una particina in un film, nel 1974, e poi un esordio in televisione, come valletta nello show Un, dos, tres, seguitissimo nel suo paese. Il colpo di scena, in un inizio di carriera che poteva impantanarsi nella banalità, arriva nel 1976 con Vicente Aranda, che sta cercando una ragazza per il suo film Cambio di sesso. Si presenta al provino poco convinta, tanto per tentare la fortuna: le pare perfino di dire male le battute. Ma all’imporvviso scatta qualcosa: Aranda si accorge che quel peperino bassino e magro ha calore, sex-appeal e molta disinvoltura nel cambiar faccia. È l’inizio di una meravigliosa avventura professionale. [...] Tra i suoi film Amantes del 1991 con Victoria (poi premiata a Berlino) donna scafata e sensualissima nella Spagna claustrofobica degli Anni Cinquanta, e quel famoso giochino con il fazzoletto color fucsia che è diventato un simbolo del suo sconfinato potenziale erotico. [...] E poi naturalmente arrivò Pedro Almodovar, nume tutelare delle attrici spagnole di talento, narratore di storie che le mettono in risalto come nessuno mai era stato capace di fare nella fino ad allora periferica cinematografia d’Iberia. [...] Victoria dà il suo meglio in Legami (dove recita nella parte di una pornostar), in Kika (nel ruolo estremo di Andrea Caracortada, donna telecamera di ributtante cinismo) e soprattutto in Tacchi a spillo, dove è fenomenale nei suoi tailleurini Chanel, come figlia tormentata di una mamma ingombrante. A quel punto è pronta per qualcosa di davvero complicato. Glielo propone Josiane Balasko, geniale commediografa-sceneggiatrice-regista e attrice francese che vede in Victoria la sua Loli ideale: ovvero la casalinga sposatissima del sud della Francia che perde la testa per una camionista piena di energia e che, con lei, ricomincia da capo. Il film si chiama Peccato che sia femmina e raccoglie premi e consensi in tutto il mondo» (Egle Santolini, “Specchio” 20/12/1997) • «So che non sarò mai un’attrice hollywoodiana: [...] ho avuto l’esperienza più frustrante della mia vita recitando a Los Angeles con Joe Pesci in Jimmy Hollywood. Restavo quasi sempre chiusa in roulotte senza parlare con nessuno. [...] Recitare rappresenta un po’ la mia psicoterapia. [...]» (Fabrizio Corallo, “Il Venerdì”, 24/11/2000) • Nel 2008 vista a Spoleto con lo show Olalà: «I festival sono le poche vie d’uscita che abbiamo per non morire idioti. Dobbiamo pur continuare a eccitare le narici curiose dello spettatore [...] Il cinema mi ha salvato la vita, non solo perché mi ha evitato un impiego da segretaria, ma perché mi ha sempre dato la possibilità di sognare a occhi aperti. In genere, io non ricordo i sogni che faccio, però, giuro, sul set sogno e vivo nello stesso tempo [...] Dopo i quaranta, una non vuol certo sembrare Marilyn Monroe. E nessuna attrice aspetta più il “ruolo della vita”. Così si affrontano a cuore aperto nuove avventure, ad esempio cantare dal vivo, che, per un appassionato di calcio, sarebbe seguire la partita allo stadio, non in televisione. Un confronto col cinema? Improponibile. Un film è come un match visto con quattro anni di ritardo di cui tutti già sanno il risultato [...]» (Rita Sala, “Il Messaggero” 29/6/2008).