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 2002  febbraio 08 Venerdì calendario

Adams Gerry

• Belfast (Gran Bretagna) 6 ottobre 1948. Politico. Presidente del Sinn Fein, braccio politico dell’Ira. Primo di 10 tra fratelli e sorelle. A 18 anni, nel 1966, si iscrive al Sinn Féin. Contemporaneamente aderisce, anche se ha sempre negato, all’Ira, l’Irish Republican Army. Un doppio binario che caratterizza tutta la sua carriera, fatta di ambiguità e di indubbio coraggio politico. Nel 1972 viene arrestato una prima volta e poi rilasciato per abbozzare un dialogo tra cattolici e lealisti: incontra a Londra il Segretario di Stato per l’Irlanda del Nord Sir William Whitelaw, senza esiti. Poi torna alla clandestinità, viene nuovamente arrestato nel 1974 e ancora rilasciato nel 1977. Nei primi Anni Ottanta gioca un ruolo decisivo nella campagna di scioperi della fame che rilancia il prestigio del Sinn Féin e dell’Ira. Nel 1983 è presidente del partito e viene eletto al Parlamento del Regno Unito, nel collegio di West Belfast. Nel 1984 è gravemente ferito in un attentato dell’Ulster Defence Association, ultralealista. Ma è convinto della necessità di un compromesso. Con Martin McGuinness, sconfigge l’ala tradizionalista del Sinn Féin e dà vita al dialogo con i lealisti: John Hume, del Social Democratic and Labour Party e poi William David Trimble, dell’Ulster Unionist Party, dialogo che sfocerà negli Accordi di Pasqua del 1998 e nella fine di 30 anni di guerra civile in Irlanda del Nord • «[...] Per molti è il Nelson Mandela dell’Irlanda del nord, l’uomo che ha condotto il movimento repubblicano dalla lotta armata a quella politica. Per altri, resta ancora l’apologeta della violenza dell’Ira. [...]» (Paola Romano, “L’espresso” 5/7/2007) • «Nasce come principe ereditario di una tradizione rivoluzionaria che risale a un secolo fa. Nonni e bisnonni militanti nelle organizzazioni segrete nazionaliste dell’800 e dei primi ’900; zii e zie combattenti dell’Ira, brutalizzati dalla polizia o uccisi dai paramilitari protestanti. Così come il padre, ferito da una pallottola d’ordinanza nel ’42 e condannato a otto anni di carcere per omicidio. Nasce in una famiglia operaia braccata dalla disoccupazione, primo di 10 fratelli, ma è come se nascesse nell’aristocrazia repubblicana irlandese, assorbendo un codice che è nell’aria [...] Cresce prima in uno slum, senza acqua e bagno in casa, poi in una casa di tre stanze, sempre più piccola man mano che la famiglia diventa di 12 persone. Il lavoro del padre, muratore, è saltuario; quello della madre, che si affanna a sfamare tante bocche con l’aiuto del monte di pietà, costante. Entrambi seguono con trepidazione le azioni dell’Ira alla radio [...] Orgoglio dei genitori, studia, mentre la maggior parte dei suoi coetanei lavora o emigra. Orgoglio della comunità nazionalista, d’estate frequenta corsi di gaelico, lingua tradizionale dell’Irlanda. Solo quando la polizia interviene con i blindati contro una folla che sventola la bandiera irlandese (tutt’oggi illegale), indignato si iscrive al Sinn Fein: ha 16 anni, suo padre è di nuovo disoccupato, in breve lascia la scuola per lavorare in un pub. E dedicarsi all’attività politica: propaganda per il suffragio universale (ottenuto dai cattolici solo nel ’72); campagne per il diritto alla casa e al lavoro (ai cattolici è negato l’accesso al pubblico impiego, al porto, a industrie varie). Il Sinn Fein è ancora clandestino, l’Ira conta solo 24 militanti [...] Tutto cambia per sempre nell’estate del 1969, quando scontri tra cattolici e protestanti si trasformano in quattro giorni di guerra per le strade delle città del Nord. La polizia interviene in forze [...] Bilancio: 6 morti e 150 feriti. Londra invia l’esercito che nei 25 anni successivi pattuglierà le strade dell’Ulster [...] I ghetti si dispongono in un assetto di guerra che nel tempo diventerà solo più sofisticato [...] La popolazione cattolica, anziani e minori compresi, fa quadrato intorno alla leadership del Sinn Fein [...] Spiega lui: “Nei primi mesi dopo il ’69, l’Ira era armata di moltov e pistole rudimentali. In breve, con un’attività frenetica per procurarsi armi e denaro, si forma un esercito popolare massiccio, costituito dai figli della gente comune, che chiede l’indipendenza dalla Gran Bretagna” [...] È arrestato e bastonato più volte, ferito da una rosa di proiettili nell’81. Sposa Colette, repubblicana che accetta i sacrifici della militanza politica, e ha un figlio [...] Conquista la vicepresidenza del Sinn Fein nel ’78, la presidenza nell’83, quindi è eletto al Parlamento di Westminster (anche se per coerenza ideologica non si presenterà mai in aula); e gradualmente intuisce la necessità di abbandonare la logica delle armi, articolando la resistenza politica in forme meno intransigenti dell’originario “British go home”, senza possibilità di dialogo [...] “Qualcuno sostiene che la politica è l’arte del possibile. Ciò la sminuisce: la politica in Irlanda del Nord è l’arte dell’impossibile”» (Antonella Barina, “Il Venerdì” 12/9/1997) • «[...] La contraddizione dalla quale non è mai riuscito a distaccarsi: “Non ho influenza sulle decisioni dell’Ira”, è sempre stato il suo motto. Eppure il cessate il fuoco del 1997 venne negoziato proprio tramite lui [...] Il suo biografo Mark Devenport, commentatore della Bbc, spiega che “quando parla di ‘impossibilità sia per l’Ira sia per Londra’ di ottenere una vittoria militare in Ulster, non per questo segnala la disponibilità a un compromesso. Dice sostanzialmente il contrario: che l’unica vittoria a cui mira è quella politica”. Cioè un’Irlanda unita, con gli inglesi sfrattati dall’isola» (Matteo Persivale, “Sette” n. 8/2000).