Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  febbraio 08 Venerdì calendario

ALBERONI

ALBERONI Francesco Borgonovo Val Tidone (Piacenza) 31 dicembre 1929. Sociologo. Giornalista. Scrittore. Nel 1979 pubblicò il saggio ”Innamoramento e amore”, che gli conferì notorietà. stato rettore della università Iulm, membro del Consiglio di amministrazione della Rai e dal 1982, ogni lunedì, il ”Corriere della Sera” ospita sulla prima pagina una sua rubrica intitolata ”Pubblico e privato”. presidente del Centro sperimentale di cinematografia di Roma • «Dal primo novembre 1968 sono stato rettore a Trento, dove il movimento studentesco, nel 1967, aveva compiuto un’occupazione durata sei mesi, e aveva costretto quasi tutti i docenti a dare le dimissioni. Io sono stato chiamato proprio per ricostruire l’università dalle macerie del processo rivoluzionario. Ero affascinato dal compito non perché mi lusingasse il ruolo di rettore, ma perché mi interessavano i movimenti. Li avevo studiati anche empiricamente [...] Appena arrivato, avevo proposto al gruppo dirigente del movimento il mio progetto di organizzazione didattica dell’università. Bisognava studiare i classici della sociologia, su questo non ero disposto a cedere. Per coinvolgerli avevo introdotto la psicanalisi [...] Poi ho proposto agli studenti più anziani di collaborare con il docente per fare i seminari di sociologia [...] A Trento ho avuto anche la conferma che c’è un’affinità profonda fra innamoramento e movimento. Nell’innamoramento due persone si piacciono prima di conoscersi, e tendono a mettere in comune le loro risorse e le loro esperienza. Avviene lo stesso nel movimento [...] Marzo 1970. La mia avventura di Trento è finita. Ho deciso di dare le dimissioni da rettore. Fra poco nelle strade ci sarà la battaglia che vede schierati, da un lato, gli studenti e, dall’altro, le forze dell’ordine e la cittadinanza. L’ho evitata per quasi un anno e mezzo, ma ora sono subentrati due fattori nuovi che sfuggono al mio controllo: il primo è la partenza di tutta la leadership del movimento studentesco da Trento. Con la fine dell’anno scolastico se ne sono andati: c’è chi si è laureato, chi si è sposato, chi è andato a lavorare, chi a continuare l’attività politica altrove. Il secondo fattore: si sono raddoppiati gli iscritti. La nuova massa di matricole è totalmente diversa. I ragazzi che hanno creato il movimento erano una élite. Studiavano e avevano scoperto per proprio conto le idee in cui credevano [...] Le nuove matricole sciamano per le vie di Trento [...] non studiano, non pensano. Hanno la testa piena di confuse idee marxiste-rivoluzionarie. Parlano di movimento, ma non sono un movimento [...] Sono un branco, un aggregato, senza leadership, senza progetto [...] Sanno solo ripetere formule, recitare slogan che hanno orecchiato, fare gesti che hanno visto fare da altri, o di cui hanno sentito parlare [...] I trentini non vedono l’ora che la polizia gli dia una solenne pestata [...] Ci si prepara allo scontro che arriverà inevitabilmente con reciproca soddisfazione [...] Prima che avvenga tutto questo, io mi sarò dimesso. Riunirò l’ultimo plenum dei professori e farò la mia relazione non in prosa, ma in versi, in strambotti. Che almeno il mio rettorato finisca in allegria, con risate» (Le sorgenti dei sogni). Nel 2001 si dimise dalla carica di Rettore dello Iulm di Milano: «La rottura si è consumata a San Valentino e del resto, dalle liti furibonde agli strascichi legali, tutto ricorda il classico epilogo dei grandi amori finiti male. Allo Iulm, la ”libera università di lingue e comunicazione” fondata nel ”68 da Carlo Bo e Silvio Baridonera , era arrivato nell’86, la guidava dal ”97. Non che l’abbia mandata a dire: ”Mi sono battuto contro ciò che considero pratiche di corruzione, incompatibili con i fini e la dignità del nostro ateneo”, ha scritto tra l’altro in una lettera indirizzata urbi et orbi a tutte le autorità accademiche, al personale, agli studenti, ai rettori delle università lombarde, al sindaco di Milano e al presidente della Regione, alla Camera di Commercio e alla Fondazione Cariplo, perfino al ministro dell’Università. [...] La causa scatenante della rottura, la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso, è stata a quanto pare una banale questione di nomine: desiderava che a coordinare i corsi di scienze turistiche fosse il professor Emanuele Invernizzi, direttore dell’istituto di Economia e Marketing, ma le cose sono andate altrimenti. E il confronto con il consiglio d’amministrazione ed il suo presidente, Gilberto Gabrielli, non è stato dei più lievi. Il rapporto, come si dice, si era logorato da tempo. Nell’ateneo c’era chi accusava il rettore d’essere una sorta di ”satrapo”, la stessa nomina a professore ordinario della moglie, Rosa Giannetta, non era passata senza resistenze e malumori. [...] Fine delle trasmissioni. E di un rettorato durante il quale, comunque sia, l’università è fiorita. Dall’89 sono cresciuti i corsi, gli studenti passati da 5.800 a 7.500, lo spazio da 4 mila metri quadrati in affitto a 30 mila di proprietà» (Guido Vecchi, ”Corriere della Sera” 16/2/2001).