varie, 8 febbraio 2002
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ALESSANDRI Nerio Gatteo (Cesena e Forlì) 8 aprile 1961. Imprenditore. Patron di Technogym. «Da Gambettola, dove in via Mentana 44 viveva il capomastro Giovanni Alessandri con la moglie Filomena che si occupava della casa e dei figli Nerio e Pierluigi, Cesena sembrava una metropoli
ALESSANDRI Nerio Gatteo (Cesena e Forlì) 8 aprile 1961. Imprenditore. Patron di Technogym. «Da Gambettola, dove in via Mentana 44 viveva il capomastro Giovanni Alessandri con la moglie Filomena che si occupava della casa e dei figli Nerio e Pierluigi, Cesena sembrava una metropoli. Tutta la vita della famiglia Alessandri si svolgeva a Gambettola, lavoro, interessi, famiglia. Il primogenito Nerio era carino, paffutello, ma un tormento di perché. Lui voleva sapere sempre tutto. Preferiva ascoltare i grandi che giocare con i suoi coetanei e la sua postazione preferita era quella di tormento di interrogativi al meccanico che aveva la sua officina proprio davanti alla casa di via Mentana. [...] si diploma, con il massimo dei voti, e va a lavorare come progettista [...]» (Monica Setta, ”Capital’ agosto 2003). «Un’aria da eterno ragazzo che la grisaglia tenta invano di ingessare. Un entusiasta, un puntiglioso [...] Gambettola, un tiro di schioppo da Cesena, nel cuore della Romagna godereccia, nella mirabilianda delle piadine [...] nato qui, ha creato dal niente quella fabbrica del salutismo che si chiama Technogym. Il miracolo economico comincia quando il ventiduenne Nerio, che ha da sempre il bernoccolo della meccanica (’come tutti i romagnoli ho i motori nel sangue”), progetta nel suo garage la prima pressa e la vende per 300mila lire a una palestra di Cesena. l’inizio di una lunga serie di invenzioni: presse, manubri, bilancieri, tapis roulant, linee isotoniche che conquistano il mercato europeo ed espugnano perfino gli Stati Uniti. Nel giro di 16 anni la Technogym è passata dalle 300mila lire ai 190 miliardi di fatturato consolidato del ”98, e dal garage di casa all’attuale stabilimento di quasi 3mila metri quadrati con centro di ricerche e una palestra aziendale dove i dipendenti disputano perfino il Giro d’Italia (alla cyclette, s’intende). Da Schumacher a Tomba, da Luciano Benetton a Sylvester Stallone i clienti illustri della Technogym sono ormai numerosi» (Nanni Delbecchi, ”Capital” maggio 1999). « il guru italiano del benessere [...] ”La wellness è il vero lusso del Terzo millennio [...] Prima di tutto, ci tengo molto a non essere considerato un ”giappones: è vero, io non stacco praticamente mai, però il mio lavoro è anche il mio hobby, lo amo davvero [...] La fitness ruota attorno all’immagine fisica, punta soltanto a sentirsi belli e ”costruiti’ fuori, perciò è obsoleta, da sola, non basta più. La wellness, invece, pone al suo centro l’esigenza di una forma anche interiore, un equilibrio stabile e complessivo che investe il rapporto corpo-psiche-spirito. Dove il perno è, comunque, una giusta attività fisica, perché l’uomo non è stato pensato per essere sedentario, per trascorrere intere giornate dietro una scrivania o seduto dentro a un’automobile» (Mariella Boerci, ”Panorama” 27/9/2001). «La sua azienda ha sbaragliato la concorrenza di 24 multinazionali e ha conquistato il ruolo di fornitore ufficiale di macchine e attrezzi per la preparazione dei 10 mila atleti si Sydney 2000 [...] Siamo sul finire del 1983: Nerio, diploma di perito tecnico in tasca, ha 22 anni e da tre lavora alla Roda, un’aziendina meccanica che produce impianti per la lavorazione della frutta [...] Al ragazzo piace la ginnastica, ma in palestra trova solo attrezzi di quart’ordine. Così propone al titolare: ”Provo a fartene qualcuno io. Se van bene me li compri. Se no, pazienza” [...] ”Quando vidi la fila che c’era in palestra davanti alle mie macchine, decisi immediatamente. Da tempo sognavo di mettermi in proprio. Avevo trovato che cosa fare. E fondai la società [...] Pensai due cose. La prima è che se avessi fabbricato quelle macchine in serie le avrei vendute. La seconda: che sarebbe stato bello fare tante macchine diverse per allenare tutti i muscoli del corpo” [...] Cominciò a rompere l’anima a medici, allenatori di squadrette di calcio e soprattutto a un compagno di scuola che insegnava educazione fisica [...] ”Il salto avvenne nel 1986. Un giorno apro il giornale e leggo che Silvio Berlusconi si è comprato il Milan che ha assunto Arrigo Sacchi, un romagnolo, come allenatore. E che Sacchi crede molto alla preparazione atletica, che a Milanello vuole costruire un grande centro sportivo [...] Parto a razzo per Milanello, per far vedere le mie macchine [...] Mi portai un sacco di foto che avevo scattato io. Li convinsi a lasciarmi attrezzare la palestra. Per noi fu il decollo, anche perché il Milan in quegli anni cominciò a vincere tutto [...] Avesse visto come Gullitt si allenava sulle mie macchine [...] Oggi sono leader europeo, voglio diventare leader mondiale. Oggi fatturo 250 miliardi, voglio arrivare a 500» (Angelo Pergolini, ”Panorama” 7/9/2000).