varie, 8 febbraio 2002
ALEXANDER Jane
ALEXANDER Jane Watford (Gran Bretagna) 28 dicembre 1973. Attrice. Madre croata, padre americano. Conduttrice tv. «Rivelazione dell’estate 2001 […] soprattutto per quel suo ammiccare eccessivo in piena notte. Spregiudicatezza, leggerezza e discorsi pepati. A ”Blob” c’è finita per i suoi inviti al pubblico a comprarsi bambole gonfiabili o cose del genere […] Conduce un quiz notturno. Il quiz (com grandi proteste dei consumatori) è in realtà una sorta di riffa tra i telespettatori, un gratta e vinci mediatico. Bisogna telefonare, la telefonata costa un euro, alla fine uno viene estratto a sorte e risponde alla domanda, che è sempre di facilità disarmante. Per ogni quiz bisogna far telefonare più spettatori possibile, bisogna far passare dieci minuti almeno per dar modo alla gente di chiamare e di portare così a casa il fatturato. Per riempire quei dieci minuti – in cui non succede niente, ma proprio niente – ci vuole qualcuno che parli, e parli bene, e non faccia stancare chi è davanti al video. Parla benissimo, con voce clamorosa. E se parla di sesso è perché, dice, le torna naturale. […] Frequentazione della scuola americana a Roma (’Ti insegnano di continuo a non aver paura di parlare in pubblico, si fanno i corsi di teatro, ho imparato tutto lì”). Qualche doppiaggio, molti adattamenti in italiano di serie tv americane, sfilate da modella, grandi serate passate a cucinare per venti, trenta amici. […] ”Non so ballare e non so cantare e non ho la minima intenzione di fare la valletta […] Ho la presunzione di portare in tv i discorsi e il linguaggio delle donne, oggi, sul tema. Nessuna donna parla di sesso in tv come ne parla con le amiche”» (Antonio Dipollina, ”il Venerdì” 27/7/2001). «Il nuovo desiderio televisivo di cui tutti parlano, l’unica ed emozionante novità della nuova 7 […] Scoperta da Marco Bassetti della società Aran e promossa dal direttore Roberto Giovalli […] La traduttrice di inglese più amata a Trastevere […] In sintesi questo è il suo pensiero: ”Dormo, mangio, lavoro e trombo”» (Pierlugi Diaco, ”Panorama” 26/7/2001). «Bella, disinvolta […] Concentrato di amabili contraddizioni […] Nome vero che sembra d’arte […] ”Mi sono occupata di doppiaggio, ma ho fatto anche la traduttrice, la ”dialogue coach’ e la modella. Nel 1999 ho sostenuto un provino per un canale satellitare […] La mia è proprio una celebrità che viene dal nulla, ne sono contenta, ma non particolarmente fiera. Quella è tutta un’altra sensazione; l’ho provata, per esempio, quando, dopo aver fatto la ”dialogue coach’ per un attore, l’ho sentito pronunciare bene una battuta. Ecco, quella sì che è una soddisfazione”. Appassionata di cucina (’Mi rilassa moltissimo, preparo piatti per gli amici fino a che non sento di aver scaricato tutte le tensioni”), dei romanzi di Stephen King, del cinema dei fratelli Coen, del film Cuore selvaggio di David Lynch, dei ”Velvet Underground”, ma anche della musica classica con cui ama svegliarsi. […] Ultima di tre fratelli, vive in casa coi genitori: ”Sono tornata da loro quando mi sono lasciata col vecchio fidanzato, ci sto benissimo, di sera la mamma mi prepara anche la camomilla” […] ”Mi annoio molto dei miei capelli, che sarebbero rossi naturali, perciò cambio continuamente colore, almeno ogni due settimane” […] ”Vorrei sposarmi, fare dei bambini, vivere in un casale in campagna, magari in Toscana, avere una piscina con acqua riscaldata per l’inverno […] trovare un corpetto di pelle con le stringhe molto sado-maso da mettere su una gonnellina a fiori molto perbene”» (Fulvia Caprara, ”la Stampa” 4/8/2001).