Sebastiano Messina, ìla Repubblicaî, 08/02/2002, 8 febbraio 2002
Annibale. «Se mercoledì Sergio Cofferati aveva tolto la sicura al pulsante di lancio, annunciando uno sciopero generale contro la cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, i segretari di Cisl e Uil sono venuti a dire al congresso della Cgil che è meglio non usarla, quell’arma
Annibale. «Se mercoledì Sergio Cofferati aveva tolto la sicura al pulsante di lancio, annunciando uno sciopero generale contro la cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, i segretari di Cisl e Uil sono venuti a dire al congresso della Cgil che è meglio non usarla, quell’arma. ”è inopportuno” ha detto chiaro e tondo Savino Pezzotta, aggiungendo perfidamente: ”Noi ci battiamo per cambiare il merito delle questioni, non per cambiare il governo, compito che spetta agli elettori o ad altri”. E poi, ha spiegato alla platea Luigi Angeletti, non è detto che sia la mossa vincente. ”C’è un amico che ogni volta che mi incontra mi chiede: ma allora, quando lo facciamo questo sciopero generale? Allora io gli racconto di Annibale. Contro di lui Roma aveva mandato, a capo dell’esercito, il console Quinto Fabio Massimo. Il quale cominciò una tattica di scaramucce, di logoramento dell’avversario. Ma dopo un po’ il senato romano, frettoloso di liberarsi dall’incubo cartaginese, decise di cambiare console e di andare a uno scontro frontale col nemico. Incassando, pur avendo Roma un esercito due volte più numeroso di quello di Annibale, una batosta clamorosa. E dovette aspettare molti anni, prima di ottenere la rivincita”» (Sebastiano Messina)