varie, 11 febbraio 2002
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Ali Laila
• Los Angeles (Stati Uniti) 30 dicembre 1977. Pugile. Figlia di Muhammad. «Giovane, intelligente, viso da modella, ossa un po’ pesanti forse, occhi che ti penetrano [...] Nessuno si aspettava che un giorno avrebbe deciso di infilare i guantoni e sarebbe salita su un ring per seguire le orme del suo famosissimo padre [...] Quando un giorno di qualche anno fa ha visto in tv il match di boxe di Christie Martin, una che menava con l’abilità di un uomo e si faceva pure dei soldi, ha detto: ”Ehi, ma se lo fa lei, lo posso fare anch’io”. Non ha deciso subito. Ci ha meditato su qualche anno [...] Quando si è accorta che picchiare sul sacco le riusciva naturale e provava anche soddisfazione, è arrivato il problema. Bisognava comunicarlo a papà. ”Bisognava dirglielo e non sapevo come. Mi sono presentata da lui e gli ho detto: ”Papà, sto per diventare una pugile professionista, ti voglio bene e voglio la tua benedizione, ma anche se non me la darai farò comunque di testa mia’. Silenzio, una pausa lunga un’eternità, poi poche parole sussurrate, colpa del morbo di Parkinson, che lo sta distruggendo poco a poco. Colpa della boxe e dei colpi subiti. ”Laila, non voglio che ti faccia mal. ”Papà, non mi farò male, combatterò contro altre donne come me, non contro uomini… E ho i tuoi geni, la tua naturalezza. La benedizione è arrivata alla sua maniera: ”Ci siamo messi in guardia e abbiamo scambiato alcuni jab. E mi ha detto: ”Attenta Laila, è uno sporco business, è dura, ma sarò al tuo fianco’”. [...] Dice il suo allenatore: ”E una studente modello. forte e potente. Ha proprio un bel pugno, vincerà molti incontri per ko. Una volta mi ha colpito bene, e mi ha fatto male. E poi parla, dice tutte quelle cose che suo padre diceva sul ring e fa le stesse facce, le stesse smorfie” [...] Sua mamma Veronica, una modella, ha divorziato da Muhammad nel 1986 quando Laila aveva solo 8 anni. [...] Nel 1995 è stata arrestata per aver rubato in un grande magazzino ed è finita in riformatorio per tre mesi [...] Poi ha lasciato il liceo per andare a imparare un mestiere: la manicure [...] ”Voglio vincere il titolo, difenderlo, e poi mi ritirerò e magari farò del cinema [...] Mio padre non l’ho mai visto combattere. Ma spesso metto su una sua cassetta e mi sorprendo nel vedere quanto ci somigliamo”» (Massimo Lopes Pegna, ”La Gazzetta dello Sport Magazine” n. 40/1999). L’8 giugno del 2001 a Verona (Stato di New York) sconfisse ai punti Jacqui Frazier nella riedizione della celebre sfida tra i genitori (Manila, primo ottobre 1975): «Laila aveva bisogno di riconoscersi e di disconoscere, a 23 anni vuoi una strada, tua. Sei pronta a batterti con le ombre, e con chi la strada ti sbarra. Se hai visto grandezza attorno a te, ne vuoi un pezzo, odi essere così vicina all’infinito e così tagliata fuori. La prima cosa che Laila ha detto subito dopo il match è stata: ”Basta chiedermi di mio padre, era occupato, non è venuto, mi ha dato un sacco di consigli che non ho seguito, non ce l’ho fatta, sarà arrabbiato. mia madre che conta, è con lei che sono cresciuta, e lei è qui”. Era truccata, molto curata e molto elegante: tailleur pantalone bianco, tacchi alti, treccine rasta, peccato per la cingomma rumorosa. Una ragazza pronta per i riflettori, pochi segni in viso, determinata: ”Non voglio la rivincita, voglio un titolo, voglio dare una possibilità a tutte le pugili sconosciute che sono là fuori di avere una chance. Tornerò in palestra, devo migliorarmi, ho vinto ai punti e non per un ko come avevo previsto, ma ho lottato per un diritto delle donne”» (Emanuela Audisio, ”la Repubblica” 9/6/2001).