varie, 11 febbraio 2002
ALTAN
ALTAN (Francesco Tullio-Altan) Treviso 30 settembre 1942. Vignettista • «Trevigiano, vive ad Aquileja con la moglie brasiliana e con la figlia nata a Rio de Janeiro dove ha vissuto a lungo e dove nel 1972 ha pubblicato il suo primo fumetto per bambini su un giornale locale. Nel 1975 torna in Italia e per il ”Corriere dei Piccoli” crea il personaggio della ”Pimpa”, mentre ”Linus” pubblica i suoi primi fumetti per adulti. Nel 1977 esce in libreria Trino, la sua prima raccolta di strisce e da allora sono numerosi i volumi che ne raccolgono le vignette, a cominciare da quelle del celebre operaio Cipputi, e i romanzi a fumetti. Dal 1992 illustra una serie di libri per ragazzi di Gianni Rodari pubblicati da Einaudi, mentre il successo dei suoi fumetti s’allarga sul piano internazionale e si espande in chiave multimediale: la ”Pimpa” diventa prima un giornalino autonomo, poi un cartone animato e un cd rom […] Di sicuro, da almeno una ventina d’anni, il mondo della cultura italiana guarda ad Altan come al terminale ”alto” della nostra creatività a fumetti. Oreste de Buono, l’uomo che lo rivelò al grande pubblico sulle pagine di ”Linus”, gli riconosce ”una sagacia appartenente all’altro mondo”. Lietta Tornabuoni, nell’introduzione alla sua prima raccolta, parla di una sua realtà che ”va letta non idntificandosi con gli uomini al potere… ma ponendosi dalla parte della gente”. Paolo Conte lo definisce ”il grande sovrintendente all’anagrafe delle avventure”. […] Lui sempre più raramente esce dal riserbo per motivare le sue tavole: ”Disegno quello che sento, come mi viene. Non penso a nessun significato recondito, a nessun messaggio”» (Stefano Pistolini, ”L’Espresso” 6/1/2000). «Un poeta solitario che interpreta gli umori più sottili, inavvertibili, della gente […] quel suo disegno elegante, mai volgare» (Enzo Biagi). «Un genio. Ogni volta mi stupisco delle sue trovate, mentre altri disegnatori spesso mi colpiscono per la modestia e la banalità… un artista popolare, pur essendo raffinatissimo […] è uno che non difende i valori di una parte politica, ma di una società moderna, mantenendo nel panorama della satira italiana un livello sempre altissimo. Davvero una sua vignetta ha un’importanza non inferiore a un articolo di fondo […] Certo, la sua capacità d’informazione è ”altra”, diversa e più immediata, di una sintesi straordinaria: lui arriva al lettore attraverso intuizioni poetiche, umoristiche, sempre fulminanti e fuori dalla logica comune» (Giorgio Bocca). «Ho cominciato per il piacere di disegnare, poi si è aggiunto il desiderio di raccontare delle storie, di accompagnare i disegni con delle battute. Ne è uscita una specie di insalata mista […] Cipputi è nato da solo, tra gli altri personaggi delle mie vignette. Tra le madri e i figli a un certo punto è spuntato lui, e si è preso un certo spazio […] Pimpa è nata quando mia figlia aveva due anni. L’ho concepita come un gioco per lei […] Faccio fatica a parlare di satira in termini generali. Vi sono molti modi di fare satira. Ci sono autori e momenti più intelligenti ma non saprei dare un giudizio generale. In certi momenti vi sono vignette particolarmente di certi autori, in certi momenti di altri […] Non sono un allegrone, ma non sono nemmeno un uomo cupo […] Sono metodico, mi siedo regolarmente al tavolo perché ho cose diverse da fare. La parte essenziale del mio lavoro è stare un po’ attento a quello che si ascolta e a quello che si legge. Il momento più stressante è dover fare delle cose quando non c’è uno stimolo chiaro dalla realtà o quando la nausea prende il sopravvento sulla voglia di scherzare sulle cose […] A volte mi capita di cogliere una specie di stranezza nei discorsi che sento nell’aria e allora scatta l’idea di esprimere un dubbio. Credo che sia questo il meccanismo di base […] Ho avuto molti maestri nelle cose che ho letto, visto, e ho tentato di imitarli all’inizio. Quello che mi ha dato lo stimolo più forte è stato Steinberg, e poi Feiffer per il disegno con la parola […] Il comico che mi piace di più in questo momento è Chiambretti anche se non so se è un comico» (Alain Elkann, ”La Stampa” 18/3/1993). «Qualcuno ha detto che sono un capivara. Un grosso roditore amazonico, un castorone. […] Il principio base è: lavorare il pomeriggio. La mattina bicicletta, se si può. La sera un bicchier di vino. La pedalata è propedeutica al lavoro. Serve a ruminare. Il pomeriggio digerisco. Meglio non andare più in là […] Vivo rintanato il più possibile […] A 7 anni sognavo di essere ingegnere navale: mi ero innamorato di un’illustrazione. La prua di una gigantesca nave di ferro. Stava sulla Treccani» (Paolo Rumiz, ”la Repubblica” 24/4/2003).