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 2002  febbraio 11 Lunedì calendario

AMOS1

AMOS Tori (Myra Ellen Amos) Newton (Stati Uniti) 22 agosto 1963. Cantante. Autrice. Figlia di un pastore metodista e di un’indiana cherokee, il nonno materno era «un grande uomo di medicina» ammiratore di Edgar Cayce, famoso medium americano degli anni Trenta e Quaranta. «La cantautrice più esoterica di tutti gli States» (Roberto Gatti). «Dea a stelle e strisce della musica colta, icona prediletta (e intoccabile) delle post-femministe americane. Ma è di un’intelligenza così radiosa che finisci per perdonarle tutto [...] Una pelle luminosa che l’incedere del tempo non ha scalfito. Vive in Cornovaglia, in una fattoria di pietra di fine secolo, nei pressi di Fairy Cross [...] Quando cammina ciabatta e se decide di rannicchiarsi in poltrona ci sprofonda dentro come fosse una bambola di pezza. Con le mani, invece, si spalma sulla bocca in modo quasi ossessivo il lucidalabbra rosa confetto. Ostenta un attegiamento deliziosamente civettuolo» (Ilaria Bellantoni, ”Max” n.10/2001). «[...] profonda cantautrice e musicista [...] ”[...] mio fratello Michael, da bambina fu lui a farmi scoprire e amare Beatles, Doors, Stevie Wonder, Joni Mitchell, Led Zeppelin. [...] Mio fratello mi fece amare la musica, mio padre la religione, il senso di giustizia, mia madre il suo mondo, la storia del suo popolo, il rispetto profondo per Madre Terra. Mio marito e mia figlia mi danno grande amore. E libertà. Viviamo isolati, posso concentrarmi, sentire tutta me stessa [...] Ho fatto sempre quel che sentivo di fare, che fosse meglio per me [...] Amo molto la pittrice Georgia O’Keefe, la sua solarità immensa, pacificatrice, profonda, totale” [...]» (’Il Messaggero” 27/1/2005). «[...] quel corpo un po’ infantile e un po’ sensuale che ha fatto di lei ”the goddess”, la dea di una musica che oscilla tra classicità e sentimento, quella musica che trascina i fans, poiché vi trovano parole dense, fascinose, cariche di significato. Cose che vanno molto al di là delle rimasticature sentimentali del pop. Cose che aspirano alla poesia, a scoprire il segreto dell’anima. [...]» (Luca Dondoni, ”La Stampa” 17/6/2005). «Una cascata di capelli rosso fuoco [...] parla come un oracolo, lentamente a occhi chiusi, con un tono tra il maestoso e il compiaciuto. L’America l’ha lasciata senza rimpianti, ma i fantasmi della guerra di Bush e dell’oltranzismo religioso continuano a perseguitarla anche in Europa. Dai genitori, il padre pastore metodista e la mamma Cherokee, ha ereditato una frantumazione interiore ancora non risolta, che la induce a risposte un po’ verbose, metaforiche, non sempre comprensibili. [...]» (Giacomo Pellicciotti, ”la Repubblica” 1/7/2005).