Varie, 11 febbraio 2002
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Andress Ursula
• Berna (Svizzera) 19 marzo 1936. Attrice. Comincia giovanissima la sua carriera nel cinema. Nel 1962 (Agente 007 licenza d’uccidere) ha una popolarità incredibile, che non le consentirà però di trasformarsi da sex symbol in attrice completa, anche per via di un accento davvero impossibile. Resta nella storia quando nella parte di Honey Rider, in bikini bianco, esce dal mare dicendo a Bond: «Stai cercando conchiglie?». Risposta imbarazzata: «No, sto solo guardando…». Le sono stati attribuiti tantissimi flirt, tra i più importanti quelli con James Dean e Marlon Brando. È stata sposata con John Derek (“Maxim”, n.9/2000). «La sua bellezza ha stregato molti uomini, a cominciare da James Dean, con il quale vive una breve ma intensa storia d’amore finché non incontra John Derek, l’unico uomo che abbia mai sposato. Scende dalla Porsche di James Dean e se ne va con John. Dean sgomma. Quel giorno muore. Un fugace incontro tra le lenzuola con Marlon Brando non guasta i rapporti con Derek. Ma nel 1965 ecco il ciclone Bebél, Jean Paul Belmondo. Sette anni intensisissimi finché non arriva, per lui, Laura Antonelli. Ha un flirt con Ryan O’Neal, e poi cinque anni d’amore con Fabio Testi, e poi… L’elenco è lungo» (“L’Europeo”, novembre 2001). «[...] La Svizzera non ha esportato solo formaggi e cioccolata ma una donna che ha riempito i sogni di generazioni di uomini. [...] “Mi potrei rivedere in Uma Thurman e Angelina Jolie, bellezze moderne, forti, atletiche [...] Adoro il passato, per fortuna che c’è, del futuro che ne sai? Mi fanno paura la violenza, le guerre, la frenesia dell’elettronica... [...] A 3 anni già scappavo di casa, volevo andare in piscina. Papà non era più con noi, fu costretto a andare via, erano tempi brutti, c’era la guerra. Mamma mi costrinse a vivere col nonno, uomo duro, da ragazzina non potevo parlare con i maschi o andare al cinema. A17 anni mi sono innamorata dell’attore Daniel Gelin e l’ho seguito a Roma. Ero minorenne, a casa mi fecero cercare dall’Interpol [...] Nel ’57 sono andata in Usa per la Paramount. Quei contratti duravano 7 anni, lo firmò anche Marilyn Monroe. Eri loro proprietà esclusiva. Sono scappata anche da lì. Sposai John Derek. Mi fotografava. Una major mi vide: ‘Ursula, tu rifiuti tutto. Ci serve una ragazza atletica per un film di spionaggio’. Ero insicura. Ma lessi la sceneggiatura e non dovevo parlare tanto. E poi non ero mai stata in Giamaica”. Così è nata nel ’62 la prima Bond Girl. Ursula aveva 26 anni. Nel film appare dopo 59 minuti: ma che apparizione. “La leggenda del bikini è vera, mi serviva un costume, non mi piacevano quelli con i fiori della giungla che usano in Giamaica. Una mia amica aveva una boutique, mi diede il pezzo di sotto, sopra misi un mio reggiseno a fascia con le bretelle. Strana combinazione ma funzionò. L’ho rivenduto all’asta. Per il mio debutto presi 10 mila dollari!”. [...] Playboy le offrì 175 mila dollari per riposare nuda a 60 anni [...] “Ne fui lusingata ma c’è un tempo per tutto. Posai nuda nell’anno di 007 però non ho mai avuto il culto del mio corpo [...] Ho un viso classico, regolare. Alla mia età qualche ruga ci sta bene. Odio le cose brutte, ma è peggio essere ridicole [...] James Dean. Siamo stati insieme gli ultimi quattro mesi della sua vita. Era introverso, sensibile, carino, tenero, infelice. Sapeva che ero innamorata di quello che sarebbe diventato mio marito, John Derek: non conoscevo la vita, ero troppo giovane, sono rimasta 9 anni con lui”. Marlon Brando? “Siccome parlava francese, mi disse che quando sarei andata in America si sarebbe occupato di me. Era un diavolo. Non posso definirlo un fidanzato, a 18 anni sei così giovane, vuoi stare in compagnia”. Ryan O’Neal? “Un amico ancora oggi”. E Belmondo? “Affascinante, pazzo, divertente, magnetico. Però mi picchiava. Gelosissimo, era il suo sangue siciliano [...] Ho avuto una vita così ricca, posso solo dire grazie”. [...]» (Valerio Cappelli, “Corriere della Sera” 8/3/2006). «Fui la prima, nel 1962, a posare nuda per “Playboy”. Un mitico servizio di dieci pagine. Pensi che le foto girano ancora tra i collezionisti e in Svizzera vengono spesso a trovarmi delle persone che vorrebbero che gli firmassi il servizio fotografico di “Playboy”» (Alain Elkann, “La Stampa” 27/1/1996).