11 febbraio 2002
Tags : Kenneth (Anglemyer) Anger
Anger KennethAnglemyer
• ANGER Kenneth (Kenneth Anglemyer). Nato a Santa Monica (Stati Uniti) il 3 febbraio 1927 (per qualche fonte 1930). Regista. Realizza i primi film a undici anni, si interessa di occultismo, diventa discepolo del famoso mago Aleister Crowley, fondatore della Golden Dawn. Presto famoso per le sue pellicole di tematica gay, nel 1960 pubblica in Francia Hollywood Babylone, una storia scandalosa del mondo del cinema, tradotta in Italia lo stesso anno (ma negli Usa solo nel 1975). Dal 1966 al 1980 lavora a Lucifer Rising, il suo film più lungo (45 minuti). «’Quando ho finito la scuola a Beverly Hills, avrei potuto andare a lavorare alla Fox, gli studi erano accanto a casa mia. Invece scelsi Parigi, me ne andai alla Cinémathèque française di Henri Langlois. Ci rimasi dal 1950 al 1962. Che anni meravigliosi, andavo in giro con Jean Cocteau [...] Se mi alzavo presto, incontravo Bresson che passeggiava col cane, e Marcel Carnè, poi Truffaut, e tanti altri che volevano diventare cineasti. Facevo cinema dall’inizio degli anni 40, ma poca gente aveva visto i miei film. Mia nonna era la mia vera ammiratrice. Mi aveva comprato una camera da 16 millimetri [...] Con quella camera ho girato Fireworks. Era il 1947, avevo 17 anni [...] Lo spedii a un festival francese [...] Cocteau, che era nella giuria, gli diede il premio del film più poetico. Fu così che decisi di andarmene in Francia [...] I francesi sono incredibili se uno è un’artista, soprattutto di un ente di Stato [...] Lucifer Rising è tutta un’altra storia, per quel film ho rischiato il suicidio. E ho deciso di non fare più film [... Nel cast c’erano il fratello di Mick Jagger, Chris, Marianne Faithfull [...] Marianne si faceva d’eroina” [...] Nato da genitori che lavoravano a Hollywood, a otto anni fece una piccola parte nella versione di Midsummer night dream con Mickey Rooney. Era bello e, ricorda, già omosessuale [...] Per i cultori, è stato lui a inventare il genere underground [...] Robert Mapllethorpe e Martin Scorsese hanno ammesso senza infingimenti di dovere molto alle sue immagini crude» (Maria Giovanna Maglie, ”Il Foglio”25/2/2001).