Varie, 11 febbraio 2002
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Annaud Jean
• Jacques Draveil (Francia) 1 ottobre 1943. Regista. Sceneggiatore. «Inizia a dirigere spot pubblicitari alla fine degli anni ’60. Il suo primo film Bianco e nero a colori (1976), ispirato alle esperienze vissute in prima persona nell’esercito francese nell’ex colonia del Camerun, ottiene il premio Oscar come miglior film straniero. Dopo Hot Head (1979), con La guerra del fuoco (1981) consolida la sua fama di autore eccentrico raccontando una visionaria avventura preistorica. Dirige poi l’adattamento del best seller di Umberto Eco Il nome della rosa (1986), miliardaria superproduzione paneuropea che ratifica il suo prestigio. Nel 1998 è la volta de L’Orso, uno strano esperimento narrativo in cui si racconta, necessariamente senza parole, l’amicizia tra due animali. Ancora un brusco capovolgimento nel 1991, con L’amante, sensuale storia d’amore scritta da Marguerite Duras e tradotta in un manieristico e scontato soft-core. Segue il successo internazionale di Sette Anni in Tibet (1997), l’avventura di due alpinisti austriaci che, unici stranieri nella città santa di Lhasa, si avvicinano al Dalai Lama cambiando per sempre la loro vita. Regista sempre in bilico fra lirismo dell’immagine e cadute di tono, fra gigantismo espressivo e sperimentazione ad alto budget, è riuscito nel tempo a costruirsi una reputazione internazionale d’autore dotato di notevole talento visivo, ma non sempre riesce a evitare la retorica magniloquente del kolossal, nè a schivare un estetismo da rivista patinata» (Cinema, a cura di Gianni Canova, Garzanti 2002).